Vertice Onu sui rifugiati, i dubbi delle ong: manca la reale volontà di cambiamento
ROMA - Attenzione alla tutela dei rifugiati e dei migranti, ma anche sostegno ai paesi terzi che li ospitano. Sono li principale novità della Dichiarazione di New York, un pacchetto di misure – approvato lo scorso 2 agosto – che verrà adottato in via ufficiale oggi, nel corso del primo Summit delle Nazioni Unite sui rifugiati e i migranti, organizzato dal presidente dell’Assemblea generale. Un vertice blindato, anche in seguito alle vicende che hanno riguardato New York e il New Jersey nelle ultime ventiquattrore (una bomba è esplosa, altri ordigni sono stati ritrovati). Un vertice a cui parteciperanno tutti gli Stati interessati dal fenomeno migratorio. Secondo la portavoce dell’Unhcr, Melissa Fleming, “E’ estremamente significativo che i 194 Stati membri delle Nazioni Unite si stiano accordando per trovare un modo in cui gestire meglio questa sfida, tutti insieme”. Tali Paesi “sono pronti a dichiarare profonda solidarietà verso quelle persone che sono costrette a lasciare le loro case; e a impegnarsi per fornire loro supporto” conclude la portavoce dell’Unhcr.
Msf: “Serve una volontà concreta di cambiamento”. Per le organizzazioni umanitarie, impegnate nell’assistenza ai rifugiati nel mondo, quella di New York è solo l’ennesima dichiarazione di intenti, con molte belle intenzioni sulla carta ma poca volontà di affrontare concretamente il problema. "Nonostante alcuni spunti incoraggianti, la bozza della Dichiarazione di New York è troppo vaga, non ha l’urgenza necessaria a migliorare davvero le vite di rifugiati e migranti ed è lontana da ogni reale volontà di affrontare questa gravissima crisi globale. La realtà testimoniata dalle nostre équipe è che quegli stessi paesi che parteciperanno al Summit sono già oggi responsabili della violazione dei principi espressi nel documento conclusivo” dichiara Loris De Filippi, presidente di Medici senza frontiere. “Sappiano quei leader che la sofferenza e il dolore che milioni di persone in fuga vivono ogni giorno non possono essere né cancellati né leniti da parole retoriche o semplici discorsi di circostanza. Occorrono misure concrete e visionarie, impegni audaci e forse impopolari, volontà concreta di cambiamento. Occorre che dicano in modo chiaro se davvero intendono fare ciò che serve, oppure se sono pronti ad accettare fino in fondo il prezzo del loro fallimento e del loro cinismo: più sofferenza, più dolore, più ingiustizia”. In vista del vertice, MSF ha diffuso un report dal titolo “Reality Check. Come stanno le cose” che presenta la situazione di nove gravi emergenze che coinvolgono migranti e rifugiati e ricorda come soltanto nell’ultimo anno 5.749 persone siano decedute alle frontiere di tutto il mondo. “Mentre i leader si riuniranno per proclamare le loro promesse, 75.000 profughi siriani sono bloccati al confine giordano con la Siria a pochi chilometri da una zona di guerra, 350.000 rifugiati somali rischiano di essere rimandati da Dadaab, in Kenya, verso un paese dove sarebbero in pericolo e in Libia decine di migliaia di persone patiscono l’inferno in attesa della loro occasione per attraversare il Mediterraneo che, solo quest’anno, ha ucciso 3200 uomini, donne e bambini- si legge nel report-. Altrove nel mondo, i richiedenti asilo dell’America centrale fuggiti in Messico vengono trattati in modo atroce nell’ambito del “Programa Frontera Sur” finanziato dagli Stati Uniti; i Rohingya vengono privati dei loro diritti e sfruttati in tutto il Sud-Est asiatico; 2,6 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le loro case dalla violenza scaturita da Boko Haram nella zona del Lago Ciad”.
Focsiv: “Un documento dall’approccio umano ma ostacoli alla sua attuazione”. Anche Focsiv (la rete del volontariato nel mondo) quello che serve è un Global Compact che assicuri la responsabilità condivisa tra gli Stati a favore di migrazioni legali, sicure e dignitose e che attui, allo stesso tempo, un Piano di Risposta concreto, così come richiesto dal Segretario Generale Onu Ban Ki-Moon, per fronteggiare l'emergenza migratoria. “Oggi constatiamo amaramente che, nonostante la formale volontà espressa dai Governi a livello internazionale di affrontare questa crisi senza precedenti, sono molti gli Stati che non stanno ottemperando agli obblighi disposti dai trattati o dalle convenzioni sottoscritte. Anzi si continua a violarli prendendosi gioco del diritto internazionale e pregiudicando inesorabilmente il futuro e la vita di milioni di persone. - sottolinea Gianfranco Cattai, Presidente Focsiv - Insieme ad altre organizzazioni della società civile abbiamo valutato il documento che verrà adottato dal Summit in cui il tanto raccomandato approccio più umano e dignitoso trova, di fatto, molti ostacoli nell'essere definito e attuato. Mancano azioni immediate e risposte urgenti ed il tutto è rimandato all'adozione del Crr - Comprehensive Refugee Response Framework. – nel 2018 - ha proseguito Cattai - Bisogna ritrovare il senso di solidarietà per i nostri vicini, come indicato da Papa Francesco, ad iniziare dall'Europa. Condividiamo il pensiero e l'indicazione del Santo Padre quando ci sprona ad agire ed a rispondere alla "globalizzazione del fenomeno migratorio con la globalizzazione della carità e della cooperazione, in modo da umanizzare le condizioni dei migranti. Alla solidarietà verso i migranti ed i rifugiati occorre unire il coraggio e la creatività necessarie a sviluppare a livello mondiale un ordine economico-finanziario più giusto ed equo insieme ad un accresciuto impegno in favore della pace, condizione indispensabile di ogni autentico progresso”. Focsiv ha anche promosso in Italia il documento "A new deal for refugeees, migrants and societies", espressione dell’Action Committee, portavoce delle rappresentanze della rete della società civile, che chiede che siano disposte quattro linee di azione che gli Stati dovrebbero attuare immediatamente sulla base di una responsabilità condivisa a livello internazionale, e che siano volte realmente alla protezione dei rifugiati, migranti e sfollati senza distinzione e senza che alcuno sia lasciato indietro.