Via la legge Merlin? L'idea non piace ai volontari che aiutano le prostitute
MILANO - Alle associazioni che assistono le prostitute a Milano non piace l'idea di un referendum per l'abrogazione della legge Merlin. Oggi Pdl e Lega Nord della Lombardia hanno proposto di indire una consultazione popolare a livello nazionale per abolire la legge del 1958, che vieta lo sfruttamento della prostituzione. "La Merlin è l'ultimo baluardo della dignità della donna -afferma Valerio Pedroni dei Padri Somaschi-. Prima c'era addirittura il registro delle prostitute, con la conseguenza che queste su queste donne rimaneva un marchio infamante per tutta la vita". L'unità di strada dei Padri Somaschi ogni hanno intercetta circa 3mila prostitute sulle strade di Milano e provincia. "La prostituta ha sempre bisogno di essere protetta dalle violenze o dalle insistenze dei clienti -aggiunge Pedroni-. E quindi il meccanismo del protettore rimarrebbe anche se aboliamo la Merlin, con la differenza però che sarebbe ancora più difficile individuare i casi di sfruttamento, visto che ci troveremmo di fronte a un'attività economica riconosciuta".
Sulla stessa lunghezza d'onda Emanuele Omodeo Zorini, responsabile delle unità di strada del Progetto Lule, nato nel 1996 per iniziativa della Caritas decanale di Abbiategrasso. "È un problema così complesso che non possiamo ragionare solo sulla abolizione della legge Merlin. In Germania e in altri paesi europei, dove l'attività è ammessa, hanno comunque gravi problemi di sfruttamento".
Per Vincenzo Cristiano, presidente di Ala onlus, la proposta del referendum è "pseudo politica". "Non ci interessa questa proposta. Noi abbiamo sempre sostenuto che bisogna riconoscere il mestiere di prostituta, che comporterebbe il riconoscimento di diritte e doveri. Ma basta fare una legge. Sullo sfruttamento abbiamo già una buona legge, basterebbe applicarla. Quindi, che senso ha un referendum? È solo roba da politicanti". (dp)