Video choc da Lampedusa, cresce lo sdegno: “Immagini agghiaccianti”
boxROMA - “Profonda indignazione per il trattamento a cui sono sottoposti i migranti nel Centro di prima accoglienza. Venga fatta chiarezza su quello che i telespettatori hanno potuto vedere e che venga percorsa ogni strada per affermare la verità dei fatti”. Commenta così, in una nota, il presidente della Fondazione Migrantes, Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei sulle “agghiaccianti immagini” diffuse dal Tg2 sulle condizioni di vita dei migranti del Centro di prima accoglienza di Lampedusa. “La situazione emergenziale che si vive all’interno del Centro non può giustificare situazioni e trattamenti che poco hanno a che fare con il rispetto della dignità umana e dei diritti dell’uomo come quelle trasmesse – continua la nota -. E questo proprio alla vigilia della Giornata internazionale dei diritti dei migranti, stabilita dall’Onu il 18 dicembre”. Da Montenegro, inoltre, la richiesta di completare la ristrutturazione del Centro in tempi brevi e di limitare la presenza dei migranti nella struttura a poche ore prima del trasferimento presso altri centri che garantiscano gli standard di accoglienza.
Duro il commento della presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini. “Il trattamento riservato agli immigrati nel Centro di Lampedusa, documentato nel servizio trasmesso ieri sera dal Tg2, è indegno di un Paese civile”. Immagini che, secondo Boldrini, “non possono lasciarci indifferenti. Tanto più perché vengono dopo i tragici naufragi di ottobre e dopo gli impegni che l'Italia aveva assunto in materia d'accoglienza. Quei trattamenti degradanti gettano sull'immagine del nostro Paese un forte discredito e chiedono risposte di dignità”. Dall’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr), un appello alle istituzioni. “Il governo italiano trovi soluzioni urgenti per migliorare gli standard di accoglienza nel Centro di soccorso e prima accoglienza per tutti coloro che, costretti alla fuga da guerre e persecuzioni, giungono sul nostro territorio in cerca di protezione”. Per l’Unhcr, è necessario rendere più veloci i trasferimenti dall’isola verso altri centri sul territorio italiano, ma la richiesta è stata avanzata alle autorità già da diverso tempo, a quanto pare senza risultati. “Sono anni che chiediamo alle autorità italiane trasferimenti rapidi da Lampedusa - ha dichiarato Laurens Jolles, delegato dell’Unhcr per l’Italia e il Sud Europa -. Il sovraffollamento che si verifica costantemente è insostenibile e dà origine ad una situazione nella quale, nonostante gli sforzi degli operatori umanitari, l’assistenza fornita è altamente al di sotto degli standard minimi”.
Sulla vicenda è intervenuta anche la Legacoopsociali. “Le immagini trasmesse ieri dal Tg2 ci lasciano indignati e pieni di amarezza - spiega una nota -. Nessuna situazione di emergenza e nessuna condizione di ‘pressione’ possono giustificare un trattamento che mortifica la dignità delle persone ospiti di quel Centro e che insieme mortifica anche la dignità degli stessi operatori sociali. Legacoopsociali si riconosce nelle parole del sindaco dell’isola Giusy Nicolini che, commentando quelle immagini, ha detto che bisogna provare vergogna”. Padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli, affida a Twitter la propria indignazione. “Il silenzio del governo, sulle condizioni del centro di Lampedusa, vero lager, dice tutta quanta la nostra vera povertà”, e in un tweet rivolto alle istituzioni chiede:“I responsabili del governo italiano cosa dicono dinanzi alle immagini vergognose del centro di primo soccorso di Lampedusa?”.
Per Grazia Naletto, presidente di Lunaria, il video trasmesso dal Tg2 è “un pugno nello stomaco, qualcosa che non avremmo mai voluto vedere” a pochi mesi dai naufragi. “Non siamo riusciti neanche a garantire un funerale dignitoso alle vittime - ha aggiunto Naletto - mentre dei vivi ci siamo dimenticati. A Contrada Imbriacola secondo Meltingpot sono presenti, ancora oggi 16 persone sopravvissute al naufragio del 3 ottobre. Sono più di 600 le persone “accolte” in una struttura che potrebbe ospitarne solo 300. Denunce, dichiarazioni solenni, promesse ma il tempo passa e nulla cambia. L’unica cosa che il nostro governo è stato capace di fare è chiedere maggiore aiuto all’Europa e il rafforzamento di Frontex, la macchina da guerra che ha già macinato un budget da più di 515 milioni di euro in sette anni. Senza vergogna, senza pudore”. Al mondo della politica, Lunaria chiede di invitare il “ministero dell’Interno a rendere conto in Parlamento di quello che succede a Contrada Imbriacola”, sulle condizioni di vita dei migranti ospitati nel centro d’accoglienza e sui trattamenti “disumani e degradanti” documentati.
A chiedere la chiusura del Centro è l’associazione Amici dei Bambini (Ai.bi), secondo cui il governo ha le proprie responsabilità. “Sembra che Lampedusa sia diventata una zona franca, dove non esistono più i diritti umani - dichiara Marco Griffini, presidente Ai.bi -. Sono mesi che facciamo pressioni perché il governo attivi una cabina di regia per far fronte all’emergenza sbarchi, ma nulla di sostanziale è stato ancora fatto. Una parte delle responsabilità di quanto successo e continua a succedere è anche dell’esecutivo. Sull’isola, infatti, si potrebbero già attivare strutture alternative e a misura familiare, come è stato fatto ad esempio a Messina, e in tante altre città della Sicilia”. Per Griffini, “è intollerabile che oggi, in Italia, si debba ancora assistere a scene del genere. Mi meraviglio di come il sindaco di Lampedusa possa tollerare che sul proprio territorio continui a rimanere aperto un luogo in cui vengono calpestati i diritti umani. Ora è finito il tempo della protesta, bisogna passare all'azione: questo centro va chiuso”.