18 dicembre 2013 ore: 17:10
Immigrazione

Video choc Lampedusa, rimossi i dirigenti del centro

La federazione di cooperative Legaccop Sicilia, alcune delle quali gestiscono il Cpsa, istituisce una commissione di inchiesta e chiede il licenziamento dei manager: “ben vengano le inchieste, si evitino le strumentalizzazioni interessate”
Video choc Lampedusa. Immigrati seminudi

PALERMO -  “La presidenza di Legacoop Sicilia ha promosso questa mattina l’istituzione di una commissione d’indagine conoscitiva, affidandone la responsabilità a LegacoopSociali, sui fatti verificatesi al centro di accoglienza di Lampedusa dopo il video choc trasmesso dal Tg2”.A darne notizia è la stessa associazione del mondo cooperativo.

“La commissione – si legge nella nota diffusa dalla presidenza regionale – si avvarrà anche dell’apporto di professionisti esterni, per accertare al meglio disfunzioni e responsabilità. In ogni caso Legacoop Sicilia ha già dato indicazione alle cooperative socie di Lampedusa Accoglienza di rimuovere e rinnovare il management attuale e di avviare immediatamente una migliore organizzazione con altre professionalità”.

Secondo Legacoop “comportamenti come questi non sono ammissibili, anzi sono contrari all’etica cooperativa e vanno rimossi e sanzionati”. Nel documento redatto al termine di una riunione dell’organismo dirigente si lancia un invito anche ai governi regionale e nazionale e al mondo associativo. “Dopo l’indignazione generale davanti alle scene viste in tv di sindaci, prefetti, ministri, associazioni e cittadini, siamo i primi a chiedere che i riflettori sul delicato tema dell’accoglienza dei migranti restino accesi per affrontare alla radice la questione. Non c’è alcuna giustificazione per quanto è accaduto ma non sottolineare lo stato di assoluta precarietà in cui gli operatori del Centro di Lampedusa sono costretti a lavorare dal punto di vista logistico e strutturale, significherebbe non guardare in faccia la realtà e limitarsi a gridare allo scandalo. E’ bene ricordare che il centro di Lampedusa è stato bruciato, distrutto e mai ricostruito e dunque gli operatori lavorano in condizioni che non assicurano l’assolvimento al meglio dell’accoglienza delle persone. Ricordiamo infatti che la capienza del centro è appena sufficiente ad accogliere 250 persone, mentre ora gli ospiti sono oltre 600 e sono arrivati fino a 1200. Ci sono tante responsabilità rispetto a questo stato di cose. Quella delle cooperative è stata di non avere alzato abbastanza la voce e di non avere preteso interventi immediati”.

La nota di Legacoop continua con un appello: “Ben vengano le inchieste, si evitino le strumentalizzazioni interessate, si faccia chiarezza e soprattutto si affronti il tema dei Centri di prima accoglienza, su come debbano essere attrezzati, quali standard qualitativi dell’accoglienza debbano offrire e con quali risorse. Come Legacoop ribadiamo che rispetto al fenomeno dell’immigrazione sia necessario uscire dalla cultura dell’emergenza e avviare interventi strutturali per affrontare le questioni alla radice”. (Elisa Manici)

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