15 luglio 2015 ore: 14:13
Giustizia

Ville confiscate alla mafia diventano case per le vacanze

Si trovano nel trapanese fra Castellammare e Scopello e sono state affidate alla cooperativa SpazioLibero community che le ha rese fruibili dopo 5 anni di abbandono. Enrico Colajanni: "L'antiracket del futuro è anche alimentare un circuito economico sano"
Beni confiscati: casa sotto sequestro

PALERMO - Entrano nel circuito dell'economia etica due immobili sequestrati alla mafia che erano in stato di abbandono da cinque anni. Sono due ville che si trovano nel trapanese fra Castellammare e Scopello che la cooperativa SpazioLibero community, costituita su iniziativa di LiberoFuturo, ha avuto in uso dall’amministrazione giudiziaria. Le ville, con i loro 25 posti letto, erano chiuse da cinque anni e la cooperativa, con grande dispendio di lavoro e risorse economiche che ammontano a 30 mila euro, in due mesi le ha rese fruibili. I due immobili appartenevano a Mariano Saracino, condannato per associazione mafiosa. L’evento di presentazione dell’iniziativa si svolgerà oggi alle 16 a Calarossa in contrada Guidaloca/Ciauli alla presenza delle autorità provinciali. L'intenzione è di farle diventare delle case vacanze inserite nel circuito di responsabilizzazione etica di Addiopizzo Travel. 

La cooperativa SpazioLibero è stata costituita per concretizzare e stabilizzare il progetto di collaborazione nato tra le associazioni antiracket LiberoFuturo e il tribunale di Trapani con l’obiettivo di coadiuvare gli amministratori nel difficile compito di gestione dei beni sequestrati al fine di mantenerli e se possibile migliorarli e renderli produttivi creando ricchezza e posti di lavoro.

"I beni sequestrati rappresentano un patrimonio e una risorsa importante che è eticamente e strategicamente corretto valorizzare e sostenere - afferma Enrico Colajanni, presidente di LiberoFuturo -; tra l’altro per il forte valore simbolico che questo ha nel territorio siciliano, flagellato dall’assenza cronica di lavoro, e dalla mistificazione della cultura mafiosa che vorrebbe inculcare il falso mito del dispensatore di ordine e ricchezza quale nella realtà essa non è, bensì al contrario sanguisuga di un’economia zoppicante". Il ripristino delle ville è stato possibile anche grazie a alcuni imprenditori ed artigiani antiracket, ai volontari del campo di lavoro "E!state Liberi" di Partinico ed a numerosi volontari di LiberoFuturo.

"L’apporto tecnico che l’associazione antiracket attraverso la cooperativa SpazioLibero può dare a fianco del tribunale e delle amministrazioni giudiziarie si è dimostrato positivo nel recente passato - continua Enrico Colajanni - e vuole affermarsi come progetto pilota replicabile nell’ottica di una corresponsabilità e sinergia tra istituzioni, società civile e associazionismo nell’affermare che una legge tanto importante come la legge sul sequestro preventivo può e deve essere funzionale allo scopo riducendo al minimo le perdite e facendosi promotore, se possibile, di un’economia sana. L’amministrazione di beni così diversi pone non pochi problemi e l’apporto tecnico specifico può e deve essere una risorsa necessaria e indispensabile".

"In questo modo gettiamo le basi per un antiracket del futuro che non è solo la denuncia ma diventa costruzione e crescita di una rete di imprese inserite in un circuito economico sano - dice ancora -. Ci affianchiamo a insieme alla rete di nostri imprenditori che hanno scelto di stare dentro la legalità alle istituzioni che sostengono il nostro impegno. Oggi le forme di collaborazione possono essere tante ma è importante che non si disperdano e che insieme facciano sistema per fronteggiare la criminalità organizzata". "Nella nostra esperienza si è creta una triangolazione significativa per cui, l'amministratore giudiziario parla con il giudice e insieme stabiliscono che per salvare quel singolo bene gestendolo al meglio  occorre trovare il sostegno di altre realtà esterne, come le associazioni antiracket che possono offrire una serie di garanzie, offrendo anche delle proposte economiche per alimentare un economia sana, alternativa a quella di tipo mafioso".

Il presidente di Libero Futuro si esprime anche a proposito della legge sul sequestro dei beni. "La legge attuale in materia - sottolinea ancora - non funziona perchè c'è una gestione molto simile a quella della normativa fallimentare. A fianco dell'amministratore giudiziario occorrerebbe avere una struttura preposta ad accompagnare in trasparenza e sostenere questi nel tentativo di valorizzare gli immobili che spesso subiscono, in attesa di una confisca definitiva, un lungo periodo di sequestro. Auspichiamo, quindi, anche una modifica della legge perchè, se oggi circa il 70% dei beni sequestrati non vanno in confisca c'è, secondo noi, un margine di errore spaventoso che ci deve fare riflettere". (set)

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