Vince Trump. "Sarò il presidente di tutti gli americani, nessuno resterà indietro"
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- ROMA – Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America, la sua consacrazione è arrivata alle 8.30 ora italiana, dopo una luinga notte di sorprese. Ricco, ricchissimo, un magnate cresciuto nel lusso più sfrenato e che si è dedicato, tra le altre cose, alla costruzione di luccicanti grattacieli color dell’oro che portano il suo nome. “Rendiamo l’America di nuovo grande” (“Make America great again”) il grido di battaglia che ha sostenuto tutta la sua campagna elettorale.
"Prometto che sarò presidente di tutti gli americani": lo ha detto oggi, appena eletto, intervenendo al quartier generale dei repubblicani al Midtown Hilton Hotel. Trump si è rivolto poi "ai pochi" che non lo hanno votato: "Datemi una mano a unire l'America". Con lui anche la famiglia. "Grazie" la prima parola del suo discorso, ripetuta tre volte. "Mi dispiace avervi tenuto in piedi fino a tarda ora. Ho appena ricevuto una telefonata dal Segretario Hillary Clinton, che ha espresso le sue congratulazioni nei nostri confronti e per la nostra vittoria, e mi sono congratulato per la sua grande tenacia in campagna elettorale. Hillary ha lavorato a lungo - ha sottolineato ancora - e a lei dobbiamo un debito di gratitudine grande. Ora dobbiamo cicatrizzare le divisioni e mi rivolgo a tutti gli americani: è giunto il momento di riunirci. Lancio un appello a tutti gli americani: siamo uniti".
"Noi abbiamo un piano economico efficace, raddoppieremo la crescita, andremo d'accordo con tutti quei Paesi che vorranno andare d'accordo con noi", Prosegue Trump. "Nessuno resterà indietro - spiega - l'America tornerà a essere il numero uno". "Tutti gli americani godranno dell'opportunità di sprigionare appieno il loro potenziale - aggiunge Trump -. Nessuno resterà indietro, nessuno sarà dimenticato". Il neo-eletto presidente promette: "Costruiremo ponti, autostrade, scuole e le infrastrutture di questo Paese. L'America tornerà a essere il numero uno. Milioni di cittadini torneranno a lavoro per ricostruire questo Paese". Poi aggiunge: "Voglio dire alla comunità internazionale che agiremo per i nostri interessi ma in maniera giusta con tutti i popoli: cercheremo intese e opportunità, partenariati, e non contrasti". "Saremo amici di chi vuole essere nostro amico".
Sulla pena di morte, “gli slogan e le parole di Trump sembrano essere stati scelti per andare in-contro con brutale schiettezza ai desideri della fascia più tradizionalista, e maggioritaria, dell’elettorato. “La pena di morte – ha affermato – andrebbe ripristinata e applicata con durezza. C’è chi dice che non è un deterrente. Magari sarà anche così, ma resta il fatto che i due criminali recentemente giustiziati per aver ucciso dei poliziotti non ammazzeranno più nessuno. Questo è certo”.
Con un occhio molto attento alle esigenze del ceto medio, deluso dalle mancate riforme del welfare e della sanità pubblica promesse e non attuate negli otto anni della presidenza Obama, Trump si è discostato dalle posizioni storiche del partito repubblicano, da sempre contrario alla creazione di un servizio sanitario in grado di fornire ai tutti i cittadini assistenza pubblica sul modello europeo. “Se noi renderemo il nostro paese di nuovo ricco – ha dichiarato in proposito – ci potremo permettere un sistema di sicurezza sociale pubblico. Io sono probabilmente l’unico repubblicano che non vuole tagli allo stato sociale, voglio solo rendere l’America più ricca così da poterci permettere una sicurezza sociale e un’assistenza sanitaria pubblica pagate dallo stato".
Sul diritto degli americani di possedere liberamente un’arma Trump, conquistandosi immediatamente l’appoggio politico e finanziario della National Rifle Association, la potente lobby dei produttori di armi, sostiene che se tutti avessero un’arma l’America sarebbe più sicura, motivo per cui ha promesso che abolirà tutte le restrizioni all’acquisto e alla detenzione: “Guardate quello che è successo a Parigi e Orlando, se la gente attaccata dai terroristi fosse stata armata le pallottole sarebbero andate in un’altra direzione e non sarebbero morte tante persone. Quindi alla domanda sulla possibile limitazione della libera vendita delle armi rispondo con un semplice no”. (DIRE)