22 novembre 2017 ore: 11:54
Giustizia

Violenza, centro Arché: "Così aiutiamo le donne a ribellarsi"

Padre Giuseppe Bettoni, fondatore della onlus milanese che si occupa di accoglienza di donne con bambini in difficoltà, in molti casi fuggite dal partner violento, racconta la sua esperienza: "Le aiutiamo a capire che quello non è amore". L’appuntamento è sabato 25 novembre a Milano
Simona Ghizzoni/Contrasto Violenza donne. Sulla sedia

Violenza donne. Sulla sedia

MILANO - Ribellarsi alle violenze non è facile. Le donne vanno aiutate e ciascuno di noi ha il dovere di non voltarsi dall'altra parte, quando capisce che in casa di amici o di parenti si vive il dramma dei maltrattamenti. Padre Giuseppe Bettoni, fondatore di Arché, onlus che si occupa di accoglienza di donne con bambini in difficoltà, in molti casi fuggite dal partner violento, ha visto tante volte quanta fatica hanno fatto per trovare la forza e il coraggio di ribellarsi. "Molte tendono a giustificare in qualche modo il partner violento -racconta-. C'è chi mi dice, per esempio, 'magari se non gli avessi risposto male…o non avessi alzato la voce…'. Il nostro sforzo è quello di far capire loro che questo non è amore". Spesso queste donne decidono di denunciare solo quando è qualcuno dell'esterno della famiglia ad intervenire: che sia un'amica o i servizi sociali. "Finché nessuno lo sa c'è una sorta di ostracismo all'interno della famiglia -sottolinea padre Giuseppe-. Anche i parenti tendono a coprire i soprusi, con l'idea che i panni sporchi si lavano solo in casa. E così la donna sopporta per anni, fino a quando non è un'amica o una collega a convincerla a ribellarsi. Oppure perché i servizi sociali si stanno interessando alla situazione dei figli e, per paura di perderli, decide di decide di rompere il silenzio".

Padre Giuseppe racconterà la sua esperienza all'incontro che ha organizzato, insieme all'Associazione Quartieri Tranquilli, per sabato 25 novembre, dal titolo “Zero violenza. Partiamo dal rispetto”. interverranno Lucia Castellano, direttore generale per l’esecuzione penale esterna del Ministero della Giustizia, e Fabio Galesi, presidente del Consiglio municipale di zona 8. “È una questione di educazione, perché ad amare s’impara -afferma padre Giuseppe-. In una cultura dell’immediato, della fruizione rapida di cose e di emozioni, occorre investire per educare alla relazione, all’incontro con l’altra, con l’altro”. Ed è una questione di educazione anche quella di guardare in faccia la realtà, non fingere di non vedere la violenza. Come quella che viene consumata ogni giorno nelle strade, con centinaia di donne costrette a prostituirsi. "Anche questi sono stupri -aggiunge padre Giuseppe-. Conosco il caso di una ragazza di 14 anni, obbligata a prostituirsi e che in una notte ha avuto 13 rapporti con altrettanti uomini, attirati dalla sua giovane età. Non mi meraviglia che stiano emergendo così tanti casi di violenze e maltrattamenti nel mondo dello spettacolo. Mi meraviglia invece il silenzio intorno a queste violenze su donne sole e povere sulla strada, spesso perpetrate da uomini magari ben affermati nel mondo del lavoro, con una famiglia".  

L’appuntamento è alle 17:30 presso Villa Scheibler, la storica villa cinquecentesca che si affaccia su via Felice Orsini 12, proprio nel quartiere di Quarto Oggiaro dove ha anche sede CasArché. L’ingresso all’incontro è gratuito. Sono previsti interventi musicali a cura di Mondomusica e alle 19.00 ci sarà l’AperiCinema, in attesa della proiezione del film “Per amor vostro” presso il Cineforum “Don Edy Cremonesi”, sempre all’interno di Villa Scheibler. (dp)

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