Violenza, ecco "La via delle donne": basta retorica, serve rispetto
ROMA - Niente piu' retorica, quando si affronta il tema della violenza contro le donne. E basta con vecchi e nuovi conformismi, che non permettono di affrontare con lucidita' i problemi reali. Insomma, bisogna uscire dalle "sabbie mobili" in cui spesso si rischia di affondare, a causa di un politicamente corretto che arriva a chiudere le donne nella categoria delle "minoranze", cosi' come di approcci ideologici fermi al secolo scorso. A lanciare l'appello per una "cultura nuova del rispetto", accompagnata da doverose tutele legislative volte a sconfiggere le resistenze e gli ostacoli che ancora incontrano gli interventi di contrasto, e' "La via delle donne", gruppo di associazioni promosso dalle avvocate Andrea Catizone, Barbara Pontecorvo eViviana Straccia. Un appello, quello condiviso dalle responsabili di "Family Smile", "Solomon, Osservatorio sulle Discriminazioni" e "Giuriste in Genere", che sara' il filo conduttore del convegno in programma lunedi' 20 novembre (alle 18, presso "Hdra'", in piazza San Lorenzo in Lucina), che avra' come "madrina" l'attrice Margherita Buy, impegnataanche nella lettura di un testo.
All'incontro, moderato dalla giornalista Rai Serena Bortone, parteciperanno le deputate Pd Fabrizia Giuliani e Donatella Ferranti (presidente della Commissione Giustizia di Montecitorio), insieme alla vicepresidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini. Interverranno anche Maria Monteleone, procuratore aggiunto e capo del pool antiviolenza presso la Procura di Roma, e la dottoressa Vittoria Doretti, ideatrice del protocollo "codice rosa", percorso di accesso al pronto soccorso riservato alle vittime di violenze applicato per ora nelle regione Toscana.
"La violenza che non si riesce a sconfiggere - sottolineano Catizone, Pentecorvo e Straccia - non puo' essere considerata, come troppo spesso accade, come emergenza sociale, ma come un problema politico con la P maiuscola, poiche' tocca le relazioni umane e la vita delle famiglie". Ecco perche' "la violenza contro le donne non puo' essere solo lasciata alle reazioni di riprovazione sociale o culturale che si sollevano solo quando una donna viene uccisa, ma devono interessare l'intera compagine politica e istituzioni, non piccole minoranze di pensiero". (DIRE)