7 novembre 2017 ore: 15:09
Giustizia

Violenza, la Casa delle donne di Bologna ha accolto 11 mila vittime in 27 anni

Le donne che chiedono aiuto sono in gran parte italiane, tra quelle ospitate nelle case rifugio prevalgono invece le straniere, spesso prive di reti sul territorio. I dati sono stati diffusi in occasione della presentazione del festival La violenza illustrata (9 novembre-4 dicembre)
molestie, violenza donne

BOLOGNA – Sono 11.546 le donne accolte in 27 anni di attività dalla Casa delle donne per non subire violenza di Bologna. “Provate a immaginarle tutte insieme, sono un piccolo esercito”, dice Valeria D’Onofrio della Casa delle donne. Nei primi 10 mesi del 2017 sono già 526 quelle che hanno chiesto aiuto, di cui 332 italiane (erano 574 nel 2016). La quasi totalità degli accessi è stata motivata da una violenza. Nell’ospitalità, al contrario sono le straniere a prevalere, “perché spesso non hanno reti sul territorio a cui poter chiedere aiuto”, precisa D’Onofrio. Nei 3 rifugi su 35 ospiti totali (18 donne e 17 minori), 31 sono di origine straniera. Nella casa del progetto Save (Sicurezza e accoglienza per vittime in emergenza) su 54 ospiti (32 donne e 22 minori), 45 sono straniere. Nei 9 alloggi in transizione le 20 ospiti sono tutte straniere. I dati sono stati diffusi in occasione della dodicesima edizione del festival La violenza illustrata (9 novembre-4 dicembre). “Non ci sono grandi differenze rispetto agli anni precedenti, se non che le donne straniere sembrano avere percorsi più lunghi delle italane, segno delle maggiori difficoltà che incontrano verso l’autonomia”, dicono dalla Casa delle donne. Sono 121 i femicidi avvenuti in Italia nel 2016, di cui 12 in Emilia-Romagna. Sono i dati emersi dalla ricerca a mezzo stampa realizzata da un gruppo di volontarie della Casa delle donne, coordinato da Anna Pramstrahler. In 12 anni di ricerche sono 1.395 le donne uccise, “un dato che ci deve far interrogare sulla necessità di politiche di prevenzione più efficaci che coinvolgano tutti gli ambiti della società e possano dare risposte più efficaci alle donne in grave pericolo”. 

Tra i progetti seguiti dalla Casa delle donne anche il servizio “Oltre la strada” per il sostegno alle donne straniere vittime di tratta e di sfruttamento nella prostituzione o in altri ambiti. Al 31 ottobre 2017 sono 19 le donne seguite nei percorsi di regolarizzazione e inserimento socio-lavorativo (a cui si aggiungono le 14 seguite dagli anni precedenti), di cui 11 sono state ospitate. Per quanto riguarda la provenienza: 8 sono nigeriane, 9 arrivano dall’Est Europa e 2 da altri continenti. Su 19 sono 18 sono vittime di sfruttamento sessuale, 1 di sfruttamento lavorativo. Sono 659 i colloqui effettuati. “Tutte le donne dichiarano di aver subito più tipi di violenza nella loro esperienza migratoria – dice la Casa delle donne – Tra le donne migranti vittime di violenza ci sono anche le donne rifugiate che lasciano il Paese di origine per le violenze subite in ambito familiare o per il rischio di mutilazioni genitali. Per arrivare in Italia si affidano a trafficanti che si occupano del viaggio e del passaggio irregolare alle frontiere, e subiscono pesanti violenze. Una volta giunte in Italia l’ulteriore rischio è di essere sfruttate da organizzazioni criminali che si occupano della tratta di persone, nello sfruttamento della prostituzione o del lavoro”. 

Il progetto Radice (Rafforzare l’autonomia delle donne, implementare i centri di semiautonomia) ha seguito in 6 mesi 52 donne: il progetto è biennale, è realizzato in partnership con Asp Bologna e Asc Insieme, è finanziato dal Dipartimento delle pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio e mira a potenziare i servizi esistenti con l’apertura di una sede distaccata della Casa delle donne ad Anzola dell’Emilia, la creazione di opportunità per le donne ospiti e il recupero dei soggetti responsabili delle violenze attraverso l’apertura del Centro Senza Violenza per uomini maltrattanti (inaugurazione il 17 novembre). Il progetto Migr-Azioni ha seguito 37 donne al 31 ottobre 2017 e ha attivato 18 percorsi di protezione ex articolo 18 bis del Testo unico sulle migrazioni: si tratta di un servizio sperimentale rivolto alle donne straniere vittime o rischio violenza su tutti gli aspetti legati alla regolarizzazione. “Una casa rifugio a misura di bambino” è il progetto attivato grazie a un finanziamento della Chiesa Valdese ed è rivolto a minori e madri ospitati nelle case rifugio: tutti quelli accolti nel 2017 hanno usufruito di un supporto emotivo ed educativo, hanno avuto una babysitter per favorire l’inserimento lavorativo della madre e la frequenza dei corsi di italiano. Il servizio specialistico di psicologia della Casa delle donne ha seguito 40 madri vittime di violenza domestica e coppie di genitori di minori vittime di violenza extrafamiliare seguiti per sostegno alla genitorialità, 2 i minori che hanno avuto sostegno psicologico, 23 le donne che hanno seguito percorsi di psicoterapia. (lp)

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