23 novembre 2017 ore: 16:13
Giustizia

Violenza sulle donne, ActionAid: “Istruzione e lavoro non bastano”

In vista della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne del 25 novembre, ActionAid presenta il rapporto “Una via d’uscita dalla violenza”. Dai dati emerge che un fattore decisivo per uscire dall’isolamento è l’indipendenza economica
Contest europeo sulla violenza contro le donne Mostra violenza donne 16

Opera finalista

ROMA - Non basta avere un buon livello d’istruzione e un lavoro per raggiungere l’indipendenza da un partner violento. A rivelarlo è il rapporto “Una via d’uscita dalla violenza”, che ActionAid lancia in vista della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne e che sarà presentato il 30 novembre al Parlamento Europeo a Bruxelles. Il rapporto, realizzato nel quadro del progetto europeo WE GO! (Women Economic-independence & Growth Opportunity) cofinanziato dalla Ue, oltre a fornire una serie di raccomandazioni a istituzioni nazionali ed europee per favorire politiche contro la violenza sulle donne, contiene i risultati di un‘indagine condotta in collaborazione con alcuni centri antiviolenza (Cav) e finalizzata a definire il profilo delle donne che a questi si rivolgono.

I dati. Lo studio ha coinvolto 552 donne assistite dai Cav partecipanti al progetto in quattro Paesi europei: Bulgaria (1 centro), Grecia (6), Italia (3) e Spagna (2). Il 32,5% delle donne che si rivolge ai Cav ha un’età compresa fra i 30 e i 39 anni, il 29,2% fra i 40 e i 49 anni, il 21,8% fra i 18 e i 29 anni e il 16,5 % ha 50 anni e oltre. La maggioranza delle donne ha un buon livello d’istruzione: il 38,8% ha infatti conseguito un diploma di scuola secondaria superiore, mentre il 22,7% ha fatto studi universitari. Il 29,6% ha un livello d’istruzione che si ferma alla scuola primaria o secondaria di prima grado e solo il 9% ha un livello d’istruzione inferiore alla scuola primaria.

La violenza si svolge spesso tra le mura domestiche. Nella maggior parte dei casi, infatti, l’autore è il marito/compagno (41,7%) o l’ex-marito/ex-compagno (48,7%). Fattore decisivo è anche l’indipendenza economica. Il rapporto rivela infatti che l’82,5% delle donne che si sono rivolte ai Centri Antiviolenza hanno un basso livello di indipendenza economica, contro il 17,5% che è economicamente indipendente. Il 40,9% delle donne che ha subito violenza lavora, mentre il 59,1% non ha un’occupazione. Il 16,9% non conosce nemmeno l’entità del reddito familiare, mentre il 10,8% non può lavorare o trovare un impiego.

“Come si evince dall’esperienza maturata direttamente dai CAV nel rispondere alle esigenze delle donne, fra i fattori che ostacolano l’uscita da situazioni di violenza domestica, c’è la mancanza di indipendenza economica delle donne che la subiscono - ha dichiarato Beatrice Costa, responsabile Dipartimento Programmi di ActionAid Italia - E’ per questo necessario mettere in campo azioni che rafforzino l’empowerment economico delle donne. In tal senso, bisogna partire dall’assicurare rilevazioni di dati periodiche su tutte le forme di violenza di genere e dal finanziare con risorse adeguate i centri antiviolenza in modo che possano realizzare programmi efficaci  - conclude Beatrice Costa - ActionAid chiede alle istituzioni di sostenere i centri antiviolenza nel garantire lavoro e reddito alle donne che dicono no alla violenza. Inoltre, è indispensabile riconoscere l’importanza delle case di secondo livello – oltre che delle case rifugio - per assicurare non solo soluzioni abitative di emergenza, ma anche di medio-lungo periodo, e permettere alle donne di avere tempo per costruire la loro indipendenza economica”.

Le donne che hanno subito violenza hanno bisogno di uscire dall’isolamento anche attraverso l’indipendenza economica. Una tesi avvalorata da una delle testimonianze raccolte da ActionAid in un centro antiviolenza: Milena ha sopportato la violenza di suo marito per un anno finché un giorno lui l’ha picchiata più forte e, soprattutto, davanti al loro bambino. In quel momento, Milena ha deciso di dire basta e ha chiamato i carabinieri, che l’hanno portata in ospedale dove i medici le hanno dato una prognosi di 25 giorni. Milena ha deciso di denunciare il suo attuale ex-marito. E’ stata accolta in un centro antiviolenza, dove ha frequentato dei corsi ed è stata supportata nella ricerca di un lavoro; ha fatto un primo tirocinio che l’ha portata poi a lavorare in un B&B.  “Ora le acque si sono calmate. Mi sento sicura di me, mi sento bene. So che lavoro, che ho dei soldi: so che posso dare un futuro a mio figlio” dice Milena.

In occasione della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, ActionAid si mobilita anche sui social proponendo a tutti gli utenti di Facebook di utilizzare il picture frame No alla violenza sulle donne, presentando infografiche e storie per dare voce alle donne in Italia e all’estero. 

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