8 ottobre 2014 ore: 13:08
Immigrazione

Visti della Santa sede per far arrivare i profughi in maniera sicura: petizione online

Raccolta firme per l’appello lanciato a papa Francesco: “La Santa sede dia un segnale forte contro l’immobilismo degli stati europei”. Le richieste: fare domanda d’asilo direttamente presso le nunziature apostoliche nei paesi di transito oppure permettere ai migranti di arrivare in Vaticano, e qui fare domanda
Rifugiati mettono in mostra il passaporto

ROMA – Visti della Santa sede per far arrivare in Europa, in maniera sicura, i profughi che scappano da situazioni di guerra, e che troppo spesso sono costretti a rischiare la vita in mare. L’appello a papa Francesco perché si faccia concretamente qualcosa contro i naufragi e le stragi del Mediterraneo è stato lanciato in occasione del 3 ottobre da Alessandra Ballerini, avvocato di Genova, e dagli imprenditori di Lampedusa, Paola La Rosa, anche lei avvocato, e Carmelo Gatani. Oggi l’iniziativa si è trasformata in una vera e propria petizione online, con tanto di raccolta firme sul sito Minori stranieri non accompagnati. L’idea è nata ascoltando le parole che da sempre il pontefice ha rivolto ai governi, invitandoli ad aprire le loro porte ai migranti. “Troppo spesso in questi mesi si è parlato di corridoi umanitari, ma questa è una formula vuota se non si riempie di decisioni politiche, che possono andare dall’applicazione della normativa vigente alla ricerca di soluzioni alternative  – sottolinea Paola La Rosa – La legge imporrebbe alle ambasciate, che hanno sede nei paesi di provenienza e di transito dei migranti di vagliare le richieste d’asilo, ma questo non viene fatto. Da quanto sappiamo, ad esempio, all’ambasciata italiana in Etiopia ci sono oltre 700 domande d’asilo fatte da cittadini eritrei, che ad oggi non sono state evase. Succede lo stesso nelle sedi diplomatiche di altri paesi,  e questo dice chiaramente che le ambasciate hanno smesso di applicare la legge. E siccome. però, in questi casi non si prevedono sanzioni, e l’iter per fare ricorso da parte dei profughi sarebbe troppo difficile e complicato, ci siamo chiesti quale Stato avrebbe potuto dare un segnale forte di fronte a questa chiara volontà di disapplicare la legge. E così ci sono tornate in mente le parole del Papa e abbiamo deciso di lanciare questo appello”. Le domande potrebbero essere presentate presso le nunziature apostoliche nel mondo, che svolgono anche la funzione di rappresentanza diplomatica. Inoltre, gli accordi già in vigore con i Paesi europei permetterebbero ai profughi di raggiungere la Santa Sede via nave, via terra o attraverso l’aeroporto di Fiumicino o Ciampino: “un volo da Beirut a Roma costa circa 311 euro, ma l’imbarco è vietato ai passeggeri non europei senza visto – si ricorda nell’appello – mentre il prezzo della traversata dalla Libia o dall’Egitto verso l’Italia parte invece da 1.600 dollari, quasi 1.300 euro.”

Due le strade che si potrebbero seguire. “La Santa sede ha aderito alla convenzione di Ginevra può quindi riconoscere l’asilo – spiega ancora La Rosa – e non avendo, invece, sottoscritto il Regolamento Dublino potrebbe permettere ai migranti di scegliere, una volta arrivati in Europa, dove vogliono stabilirsi.  Le soluzioni che si prospettano sarebbero due: o che le nunziature apostoliche  inizino a fare quello che le ambasciate non fanno più, cioè che ricevano ed evadano le richieste d’asilo. Oppure si potrebbe far arrivare le persone presso la Santa sede e qui, dove ci sono 178 ambasciate, fare la domanda direttamente al paese dove si vuole andare. In questo caso, il Vaticano farebbe da garante. Quello che chiediamo, quindi, non è che la Santa sede si faccia  carico di tutti i profughi ma solo di dare una segnale forte, dimostrando all’Europa, che  sulla difesa dei diritti civili e fondamentali, basa sua ragion d’essere, che questa strada è percorribile e che permetterebbe di salvare tante vite umane. Basterebbe anche un’azione simbolica, magari concedendo l’asilo a un numero sostanzioso di persone provenienti da diversi paesi, nella speranza che si stimoli così l’effetto emulazione da parte di altri stati”.

Nella petizione si ricorda che sono oltre 2500 le persone morte in mare dall’inizio dell’anno. “Di fronte all’immobilismo dei governi dell’Unione europea, il pontefice potrebbe sostenere un’alternativa umana alla mafia dei trafficanti ponendosi al centro dell’azione diplomatica - si legge nell’appello - le nunziature apostoliche, cioè le missioni diplomatiche che rappresentano la Santa Sede nel mondo, potrebbero: rilasciare visti di ingresso perché le famiglie, i bambini, le donne, gli uomini possano raggiungere l’Europa su mezzi di trasporto legali e sicuri, invece di essere costretti a pagare gli scafisti e morire a migliaia sui barconi. Nella Santa Sede – continua l’appello - sono rappresentati 178 Paesi. Un corridoio umanitario garantito dai governi permetterebbe a quanti vogliono fare richiesta di asilo di presentarsi direttamente nelle ambasciate dei Paesi europei (nello stesso Stato dal quale intendono fuggire o nei Paesi confinanti con quello da cui fuggono), senza dover intraprendere un viaggio assurdo e spesso mortale. L’unico viaggio al momento percorribile, quello dei barconi, per mettersi in salvo in l’Europa”. La petizione online, diffusa ieri sul sito di Minori non accompagnati, è già stata sottoscritta da oltre 200 persone. (ec)

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