Volontariato, a Genova lavori socialmente utili aperti a tutti i cittadini
ROMA - Il Comune di Genova apre a tutti i cittadini i lavori socialmente utili inizialmente pensati per l'integrazione dei richiedenti asilo. Ad annunciarlo e' il sindaco Marco Bucci questa mattina in Prefettura per la firma del rinnovo del Protocollo d'intesa sul lavoro volontario per chi ha presentato istanza per il riconoscimento della protezione internazionale, con il prefetto Fiamma Spena e la rappresentante del Forum del Terzo settore, Ileana Scarrone. Interventi di piccola manutenzione, pulizia dei rivi, delle spiagge, del verde e degli spazi pubblici. "Chiunque ha voglia di partecipare in maniera volontaria e gratuita e' benvenuto, genovesi, turisti e migranti che hanno voglia di dare una mano per migliorare l'immagine civile della citta'- afferma il sindaco- non sono posti di lavoro che vengono tolti alla collettivita' ma contribuiti fondamentali per interventi per cui altrimenti non ci sarebbero le disponibilita' economiche".
Per quanto riguarda le attivita' di integrazione dei migranti, il primo cittadino conferma una stretta sui controlli perche' "non vogliamo che la gente vada in giro facendo cose che ai cittadini non piacciono e non sono al livello a cui vogliamo arrivi la citta'". Per Bucci non si tratta di una "schedatura", come emerso questa mattina da alcune fonti di stampa. "E' normale che chiunque circoli sul territorio italiano sia dotato di documenti di identificazione personale- precisa il sindaco- si tratta di sapere chi c'e', che cosa fa e se quello che fa e' legale. Il controllo naturalmente non sara' solo sulle attivita' di volontariato gestite in parte dal Comune e in parte dai Municipi ma anche sui progetti messi in campo dalle associazioni che si occupano dell'accoglienza e dell'integrazione".
Sono circa 300 i migranti attualmente coinvolti in progetti di volontariato sui 2.325 presenti nel territorio del Comune di Genova (di cui 249 in progetti Sprar) e 2.842 complessivamente nel territorio metropolitano (476 nei Cas extra Genova e 41 negli Sprar).
"Non e' una percentuale altissima- riconosce il prefetto- ma il Comune propone anche tante altre iniziative di inclusione sociale per categorie svantaggiate. Siamo disponibili a lavorare per l'allargamento di questa platea ma i progetti e i percorsi devono essere strutturati e non episodi occasionali". Per la Prefettura, due devono essere i capisaldi fondamentali dell'accoglienza e dell'integrazione: "Una distribuzione piu' possibile diffusa sul territorio perche' e' l'unico modo per favorire una reale integrazione- conclude il prefetto- e la possibilita' che i richiedenti asilo vengano impegnati in progetti di utilita' sociale affinche' diano dimostrazione della loro disponibilita' a impegnarsi in attivita' utili per la collettivita'". (DIRE)