Volontariato ai tempi del coronavirus. Cosa si può fare e cosa no
ROMA - La sede delle associazioni possono rimanere aperta dopo le indicazioni date dal governo sull’emergenza coronavirus? I volontari disponibili ad impegnarsi per attività di solidarietà sociale legate all’emergenza cosa possono fare? L’associazione ha un volontario con sospetto di contagio di coronavirus. Come comportarsi? Sono tante le domande che in questi giorni stanno arrivando ai Centri di servizio per il volontariato da parte delle associazioni di tutta Italia, soprattutto con l’allargamento a tutto il territorio nazionale della zona protetta decisa dal governo nei giorni scorsi. Per rispondere ai quesiti che sta sollevando il mondo del volontariato in questi giorni, il Csv di Padova ha attivato una sezione del proprio sito web in continuo aggiornamento per dare risposte utili alle associazioni padovane e non solo.
Spostamenti
Il testo pubblicato dal Csv di Padova approfondisce le decisioni del governo assunte in questi giorni e che riguardano anche il mondo del volontariato. Il primo chiarimento è dedicato alle indicazioni contenute dall’ultimo dpcm firmato da Conte in merito all’emergenza sanitaria che impone una ridotta mobilità su tutto il territorio nazionale. “Le misure in vigore prevedono l’obbligo di evitare ogni spostamento delle persone fisiche sull’intero territorio nazionale - spiega il Csv di Padova -, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute. Manca un riferimento al volontariato e siamo in attesa di ricevere indicazioni certe, ma laddove l’attività dell’associazione serva a mantenere l’accesso a diritti primari delle persone riteniamo che gli spostamenti dei propri volontari siano assimilabili a quelli per ‘situazioni di necessità’ e analoghi a quelli ‘motivati da comprovate esigenze lavorative’. Per questa tipologia di spostamenti, vi invitiamo a compilare e tenere con voi il modulo di autodichiarazione, e possibilmente a portare con voi ogni materiale idoneo a dimostrare la primaria importanza del servizio che state svolgendo. La dichiarazione andrà compilata ogni volta che vi spostate. Tutti gli altri spostamenti, connessi ad attività associative che non siano indifferibili, necessarie e di assoluta e primaria importanza, vanno evitati fino al 3 aprile 2020”.Le sedi delle associazioni possono rimanere aperte?
Sì, spiega il Csv di Padova, ma solo “per garantire servizi di prima necessità, se la sede non è in condivisione con altre associazioni o è di proprietà di soggetti che ne vietano l’utilizzo”. Tutti gli altri spostamenti, connessi ad attività associative “che non siano indifferibili, necessarie e di assoluta e primaria importanza, vanno evitati fino al 3 aprile 2020”. In caso di apertura, inoltre, “è necessario garantire al volontario/a o al dipendente le misure di sicurezza previste dal Dpcm”. Il Csv di Padova, tuttavia, sconsiglia l’apertura della sede al pubblico “quando non strettamente necessario. In caso l’associazione abbia lavoratori dipendenti o con contratti di collaborazione è possibile attivare forme di smart working senza modifiche contrattuali, per tutto il periodo di emergenza”.Corsi di formazione e attività di gruppo
Le indicazioni fornite dal Dpcm, in questo caso, sono chiare. “Tutte le attività di gruppo: corsi di formazione, assemblee, consigli direttivi, iniziative di gruppo devono essere sospese fino al 3 aprile compreso - spiega il Csv di Padova -. È possibile attivare modalità di gestione dei gruppi da remoto. A tal proposito si segnala che alcuni operatori hanno attivato agevolazioni e si riportano alcuni strumenti utili messi a disposizione per il non profit dalle aziende affiliate a Techsoup”. Per la ripresa delle attività di formazione e sensibilizzazione anche nelle scuole, “sarà necessario attendere indicazioni da parte del Ministero dell’istruzione e dall’Ufficio scolastico territoriale”.