3 ottobre 2018 ore: 12:06
Non profit

Volontariato, parte da Padova un “nuovo contenitore nazionale”

Con la chiusura di Solidaria, il festival della solidarietà, dalla città veneta arriva l’idea di un nuovo “spazio culturale” per il volontariato italiano. Alecci, presidente Csv di Padova: “Non sarà un organo di rappresentanza, sarebbe antistorico. Tempi maturi per un salto di qualità”
Filantropia, volontariato, mani sovrapposte - SITO NUOVO

ROMA - Il volontariato ha bisogno di un “salto di qualità” e di un “nuovo spazio culturale ed educativo” per sperimentare un nuovo modo di proporsi ai cittadini. Parte da Padova, città candidata a Capitale europea del volontariato per il 2020, l’idea di un “nuovo contenitore nazionale” per il volontariato italiano che nelle prossime settimane vedrà coinvolte organizzazioni locali e nazionali nella definizione di un percorso che porterà alla nascita di un soggetto che intende “trasmettere più efficacemente il grande progetto culturale del dono e della gratuità sulle orme di Luciano Tavazza e don Giovanni Nervo”. Ad anticipare a Redattore Sociale i primi passi di questa nuova realtà è Emanuele Alecci, presidente del Centro di servizio per il volontariato di Padova e dal 1998 al 2005 presidente del Movimento di volontariato italiano (MoVI). 

Trampolino di lancio per questo nuovo “spazio” è stata la prima edizione di “Solidaria, la città della solidarietà”, un festival sui temi del volontariato e della solidarietà che ha coinvolto, dal 24 al 30 settembre, l’intera cittadina di Padova con 50 eventi, tra spettacoli, interviste, concerti e una festa del volontariato finale che ha riempito Prato della Valle con più di 15 mila persone. “Tra i tanti operatori locali e nazionali del volontariato è emersa l’esigenza di ricostruire uno spazio culturale che possa in qualche modo supportare un nuovo progetto di proposizione della esperienza del dono e della gratuità nel nostro Paese”, spiega Alecci.  

Non si tratta di un nuovo organo di rappresentanza, tiene a precisare il presidente del Csv di Padova. “Se da più parti sembra che il volontariato sia alla ricerca di una nuova rappresentanza - specifica -, dalla manifestazione padovana è invece emerso che il tema non appare prioritario in quanto in Italia il terzo settore si è già dotato di una efficace rappresentanza. C’è invece bisogno di un nuovo spazio culturale da offrire a chi è impegnato nel volontariato. Uno spazio che sia contaminante e di sperimentare un nuovo modo di proporre il volontariato ai cittadini”. La necessità di questo nuovo spazio nasce dalla constatazione che, sul volontariato, l’elaborazione di nuove proposte si sia arenata, nonostante l’avvento della tanto agognata riforma del terzo settore. “Le cose stanno andando avanti sul tema dell’impresa sociale e su tanti altri temi - chiarisce Alecci -, ma sul volontariato l’elaborazione si è un po’ fermata”.

I tempi sono cambiati. L’idea di un nuovo soggetto bolle in pentola da un po’, a giudicare dalle parole dello stesso Alecci. “In questi mesi, molti attori del volontariato, stanno condividendo il fatto che il tempo è maturo per cominciare a lavorare su qualcosa di nuovo in termini di contenitore culturale e di elaborazione - aggiunge -. Ci stiamo rendendo tutti conto che l’idea del volontariato, quella di don Giovanni Nervo e di Luciano Tavazza a cui siamo più vicini, rischia di diventare molto residuale. C’è bisogno di un pensiero nuovo per aiutare in particolare le piccole organizzazioni a stare nei tempi moderni. Vuol dire, quindi, formazione, appuntamenti dove i presidenti delle organizzazioni di volontariato possano trovarsi attorno ad un tavolo e elaborare proposte e provare anche a riscrivere la stessa Carta dei valori del Volontariato per arricchirla ancora di più. I tempi sono cambiati, certamente non per costruire un nuovo organo di rappresentanza. Sarebbe antistorico in questo momento”. 

Manca ancora nome e volto della nuova realtà, ma l’impressione è che manchi davvero poco. “Non pensiamo ad una struttura pesante - specifica Alecci -, ma ad un luogo dove ci si possa incontrare”. E se verrà scelta Padova come Capitale europea del volontariato per il 2020, la città veneta sarà uno dei fulcri di questa nuova avventura. “Padova si offre come uno dei luoghi di questo contenitore - aggiunge il presidente del Csv di Padova -, perché si tratta di una riflessione che vogliamo portare avanti anche a livello europeo. Nei prossimi giorni la renderemo visibile”. (ga)

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