1 luglio 2021 ore: 11:12
Non profit

Volontariato: un libro, dodici storie per raccontare “l’esercito del bene”

di Ambra Notari
Si chiama “#Iosiamo” ed è scritto da Tiziana Di Masi e Andrea Guolo: raccoglie e racconta le passioni di uomini e donne che hanno scelto di dedicare agli altri parte del loro tempo. “Cosa hanno in comune? La consapevolezza che fare volontariato rende più felici”
Tiziana Di Masi_libro Iosiamo

Tiziana Di Masi, autrice del libro "Iosiamo"

BOLOGNA – I volontari in Italia sono circa 6 milioni. Si occupano di ogni tipo di bisogno, povertà ed emergenza. Dal 2018, l’attrice Tiziana Di Masi e l’autore Andrea Guolo portano in scena in tutto il Paese lo spettacolo teatrale “#Iosiamo”: dal debutto milanese al Teatro Elfo Puccini ai teatri di oltre 30 città. Parti dello spettacolo sono state rappresentate anche al Senato della Repubblica – nel novembre del 2019 – e a Padova per la presentazione della città come Capitale europea del volontariato – nel febbraio 2020 alla vigilia della pandemia. E, proprio la pandemia, ha dato a Di Masi e Guolo il tempo per pensare a come trasformare lo spettacolo, perché non smettesse di viaggiare. L’omonimo libro è nato così: 12 storie vere di personaggi, associazioni, sportelli, centri di accoglienza, centri di ascolto sparsi in tutto il Paese. Dodici capitoli, 12 aspetti diversi dell’aiuto a chi è più debole, a chi si vede negare i propri diritti, a chi deve ricostruire la propria vita, a chi ha bisogno di sostegno nella malattia e nelle calamità naturali, ai bambini, al patrimonio artistico del nostro Paese. Dodici appelli per unirsi, nei limiti delle possibilità di ognuno, a questo “esercito del bene”.

Per Di Masi, prima di “#Iosiamo” erano arrivati, tra gli altri, i due progetti teatrali “Tutto falso”, nato per promuovere la cultura della legalità e “Mafie in pentola”, sui temi della legalità e della cultura gastronomica realizzato con Libera e Associazione nomi e numeri contro le mafie. “I miei amici continuavano a dirmi – racconta –: ‘tu che parli sempre di cose negative, occupati di qualcosa di bello’. Il viaggio in Italia per Iosiamo è nato così, per raccogliere storie di persone che fanno del bene e che si impegnano, per raccontare la voglia di rinascere e ricostruire. Per parlare della speranza che si contrappone alla rassegnazione”. Una ricerca che è proseguita anche nel corso dell’emergenza sanitaria, “perché il mondo del volontario non si è mai fermato”. Le storie raccontate sono “poco note, volutamente piccole per dimostrare che il bene è ovunque”. Tra queste, la storia di una mamma che ha perso il proprio figlio, avvelenato dalla Terra dei fuochi: “Per usare le sue parole, avrebbe potuto ‘rimanere seduta sul trono della disperazione’, invece ha scelto di adoperarsi per sostenere le madri che si trovano nella sua stessa condizione. Un esempio autentico di resistenza. Anzi, di rivoluzione: è un sentimento molto profondo che guida al riscatto della propria vita mettendosi al servizio dell’altro”. Poi c’è la storia di Mario, bolognese: malato di depressione, ha accettato il consiglio di dedicarsi al volontariato. La persona che ha cominciato a seguire ha una disabilità molto grave: è Claudio Imprudente, giornalista e scrittore, storico fondatore del Centro documentazione handicap di Bologna, di cui oggi è Presidente Onorario. “Da quando ha conosciuto Claudio, la vita di Mario è cambiata. Dopo 9 anni di volontariato, è una delle persone più felici che abbia mai incontrato. Cosa hanno in comune tutte le persone che raccontiamo? La consapevolezza che fare volontariato rende più felici. È qualcosa di miracoloso”.

“Non è filantropia, ma voglia di fare qualcosa ‘con’ – commenta Marco Lombardo, assessore comunale e organizzatore della prima presentazione italiana del libro –. Se penso al mondo del volontariato, penso a tutti coloro che, in pandemia, si sono messi al servizio degli altri. Ecco, vorrei che il loro impegno non venisse meno dopo l’emergenza sanitaria: è un patrimonio che non può essere disperso. Vorrei non tornassimo alla situazione del pre-pandemia, vorrei non si disperdesse quanto costruito, vorrei raccontassimo a tutti che il tempo che investi nel volontariato ti ritorna in termini di pienezza della vita, perché ciò che si riceve è molto più di quanto si dà”.

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