28 febbraio 2017 ore: 11:45
Economia

Voucher, Inca-Cgil: senza tutele e pensione, i più sfortunati

I percettori di voucher lasciano sul campo 2,5 euro ogni ora lavorata (pagata 10 euro lorda) senza ricevere alcuna tutela e avendo preclusa ogni strada per incassare un assegno pensionistico dignitoso. E' quanto emerge dalla ricerca Inca-Cgil...
Voucher

Roma - I percettori di voucher lasciano sul campo 2,5 euro ogni ora lavorata (pagata 10 euro lorda) senza ricevere alcuna tutela e avendo preclusa ogni strada per incassare un assegno pensionistico dignitoso. E' quanto emerge dalla ricerca Inca-Cgil dal titolo 'Voucher buoni per oscurare lavoro e tutele' che bolla il meccanismo come "un vero e proprio inganno".

Gli esperti Inca hanno calcolato le differenze di trattamento tra i voucheristi e quattro tipologie di lavoratori gia' penalizzati come gli agricoli stagionali, i dipendenti a part-time, i collaboratori e le partita Iva. Le simulazioni si basano sulle attuali regole dei buoni lavoro, con il valore nominale di 10 euro lordi ogni ora con 7,50 che vanno al lavoratore, 1,80 euro all'Inps (di cui 1,30 ai fini pensionistici e 0,50 per il servizio), il restante 0,70 all'Inail per l'assicurazione contro gli infortuni. Il limite massimo del compenso che il lavoratore puo' percepire e' pari a 7 mila euro in un anno (2 mila per ciascun committente) che porta l'imponibile contributivo lordo annuo pari a 9.333 euro. Un imponibile che corrisponde a soli 7 mesi di contribuzione.

Nel primo caso, quello che paragona il voucherista con il lavoratore di partita Iva, entrambi avranno, si legge, "una pensione da fame ma il percettore di voucher e' ancora piu' sfortunato tra gli sfortunati": per il percettore di voucher l'assegno e' pari a 208,35 euro al mese, per il titolare di Partita Iva con lo stesso imponibile raddoppia a 402,51.

Nel paragone con il collaboratore, il voucherista resta "ultimo tra gli ultimi: per il collaboratore la pensione, anche se povera, e' piu' che doppia, 526,15 euro". Ancora piu' ingeneroso il paragone con il dipendente part time che "con 9.333 euro annui matura quasi 11 mesi di contributi annui. Le conseguenze sugli assegni sono rilevanti con il voucherista inchiodato a 208,35 euro e il 'collega' part time che avra' a 70 anni 528,89 euro mensili. Infine, 'piu' fortunato' il lavoratore agricolo il quale, a 67 anni puo' contare su un assegno di 911,49 euro mensili, avendo superato il minimo richiesto di 1,5 volte l'assegno sociale (672,10 euro). Strada non percorribile per il voucherista che a 67 anni matura solo 186,19 euro mensili. A 70 anni la differenza dell'importo della pensione aumenta: per il lavoratore agricolo l'assegno e' di 1.019,98 euro mensili, con una differenza di 811,63 euro rispetto ai percettori di voucher.

Insomma, "i lavoratori pagati con voucher hanno meno tutele previdenziali e nessuna garanzia di un posto di lavoro stabile". Il voucherista poi "se volesse rispettare le regole previste per la generalita' dei lavoratori, per raggiungere il requisito contributivo per la pensione anticipata (41 anni e 10 mesi, per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini nel 2017) dovrebbe lavorare oltre 73 anni se donna, 74 se uomo".

La ricerca parla quindi di un "bel risparmio per il sistema imprese", ma anche di "occasione ghiotta per Inps e Inail di incamerare somme di denaro che il lavoratore paga senza ricevere alcuna prestazione". Nel mirino in particolare quel 0,50 che l'Inps trattiene 'per il servizio': considerando il numero delle vendite nel 2016 (133.800.000 di buoni lavoro) l'Inps, osserva l'Inca, "ha incamerato quasi 67 milioni di euro in un anno. Cosa effettivamente paghi il percettore di voucher non e' dato sapere, visto che la questa quota non e' prevista per nessun'altra prestazione previdenziale".

Insomma, conclude il dossier elaborato dall'Inca, "il meccanismo dei voucher suona come un vero e proprio inganno, a cui si aggiunge la beffa del futuro pensionistico. Le previsioni parlano chiaro: allo stato attuale al voucherista e' preclusa ogni strada per arrivare a maturare almeno un assegno dignitoso". (DIRE)

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