Welfare, al 40% più ricco va un quarto delle risorse. L’Irs ridisegna il sistema
boxMILANO - Il welfare italiano ha poche risorse e sono male utilizzate. È quanto emerge dallo studio condotto da tre istituti di ricerca: Irs, Ars e Capp, che hanno presentato questa mattina a Milano una proposta di riforma delle politiche sociali. Alcuni dati di partenza: la spesa sociale ammonta a circa 67 miliardi di euro, pari al 4,3% del Pil. Il problema è che al 40% della popolazione più ricca va quasi un quarto delle risorse disponibili. "C'è anche un problema di distanza tra le generazioni: le famiglie giovani ricevono solo l'11% della spesa sociale - afferma Emanuele Ranci Ortigosa, coordinatore della ricerca -, mentre i nuclei degli ultrasessantenni beneficiano di circa la metà delle risorse". Per uscire da questa situazione, l'Irs propone una riforma radicale, basata su quattro capisaldi. Il primo è chi ha di più (ossia quel 40% della popolazione ricca) deve rinunciare a detrazioni o erogazioni finora percepite, che verranno indirizzate invece alle famiglie più povere. Secondo, sarà solo l'Isee il criterio per "selezionare" chi avrà bisogno di un sostegno. Terzo: saranno i Comuni a tenere la regia degli interventi, anche quelli erogati dall'Inps. Quarto, ci sarà una semplificazione delle misure a favore delle persone in difficoltà. Ci saranno infatti solo tre tipi di sostegno: l'assegno per le famiglie con minori, il reddito minimo di inserimento, e la dote di cura per gli ultra 65enni incapaci di svolgere almeno una delle attività della vita quotidiana. (dp)