Yemen. Moas: “Una tragedia che riguarda tutti, qui i bambini muoiono di fame”
La missione del Moas nello Yemen
ROMA - “In questo momento in Yemen una madre deve decidere a quale dei suoi figli dare da mangiare. La situazione è drammatica, le persone muoiono di fame e per malattie come il colera, i bambini sono gravemente malnutriti. E’ una crisi che si è protratta nel tempo, dimenticata da tutti, ma ora la situazione è di grande necessità: ci riguarda tutti, tutti dobbiamo impegnarci per fare qualcosa”. A parlare è Regina Catrambone, cofondatrice e direttrice del Moas, la prima ong a mettere in mare una nave umanitaria di search and rescue nel 2014. “Il nostro motto è ‘tenere accesa la speranza’, per questo da sempre abbiamo deciso di rivolgere lo sguardo verso le persone più vulnerabili. Quindi come abbiamo fatto nel Mediterraneo, nell’Egeo, nel Bangladesh con i rohingya, ora abbiamo iniziato a lavorare anche in Yemen”.
Nel paese Moas coopera con Adra un’associazione che lavora in Yemen, da anni, supportandola nella parte logistica del trasporto degli aiuti umanitari: “l’80 per cento delle persone viene sfamata e curata con cibo e medicinali che arrivano attraverso i container, dei quali facilitiamo l’ingresso - spiega -. Quella dello Yemen è una crisi che si è protratta nel tempo ma che è stata dimenticata: ora il paese è in una grandissima sofferenza, per questo quello che stiamo cercando di fare è aiutare anche le organizzazioni già presenti presenti fornendo attrezzature mediche e derrate alimentari. Non è facile andare in Yemen, non è facile spostarsi all’interno del paese, le strade sono spesso interrotte, il paese è dilaniato dalla guerra. Le persone muoiono per una medicina, non riescono a raggiungere l’ospedale”.
Negli ultimi tre anni, oltre 85.000 bambini al di sotto dei cinque anni sono morti di malnutrizione acuta. Secondo le stime due milioni di bambini al di sotto dei cinque anni sono oggi gravemente malnutriti. “A questi bambini servono sali minerali per la reidratazione orale e farmaci antidiarroici - aggiunge -Noi cerchiamo di fare tutto quello che può servire per salvare la vita alle famiglie che non hanno nulla per sostenersi. Avevo pensato inizialmente di fare una missione con la nave al porto di Aden, ma il progetto si è rivelato impossibile da attuare, così abbiamo pensato di utilizzare le nostre risorse e i nostri finanziamenti in questo modo. Ora abbiamo lanciato una raccolta fondi per il Natale. Quella in Yemen è una tragedia che ci riguarda tutti, tutti siamo responsabili e per questo tutti dobbiamo impegnarci. La morte di questi bambini non può lasciarci indifferenti, perché lì sta morendo il nostro futuro”.