5 giugno 2015 ore: 14:45
Giustizia

Yoga in carcere, a Sollicciano arrivano i maestri

Progetto della Regione Toscana, che destina all’Azienda sanitaria di Firenze quasi 100 mila euro per portare tra le sbarre i maestri di yoga che affiancheranno medici e psicologici
Carcere

FIRENZE - Arriva l’esperto in tecniche Yoga a dare mano a medici, psicologi e operatori sanitari che operano negli istituti penitenziari fiorentini, per aiutare i detenuti dipendenti da alcol e droghe ad allontanarsi dallo spettro che li perseguita. Queste figure professionali, insieme ad un infermiere, vengono attivate nell’ambito del progetto della Regione Toscana “Prevenzione e assistenza dei detenuti tossicodipendenti e alcol dipendenti negli istituti penitenziari” che per l’anno in corso destina all’Azienda sanitaria di Firenze un finanziamento di quasi 100 mila euro.

 

Il maestro Yoga insegna settimanalmente ad un gruppo di detenuti le tecniche di questa disciplina come pratica di consapevolezza e concentrazione, che sono alla base del concetto di trasformazione della mente. Il primo passo sul sentiero dello Yoga è comprendere i meccanismi della mente ed imparare a lasciare andare le abitudini non salutari, le percezioni erronee e le emozioni negative che creano sofferenza nel singolo e in chi gli sta intorno. Le ripercussioni all'interno di un contesto carcerario e su persone che devono vivere una situazione di costrizione forzata sono quelle di una diminuzione del livello di aggressività che ciascun detenuto riversa sui  compagni e su sé stesso. Inoltre, lo stimolo ad una riflessione collettiva sul tema porta sempre ad una sensazione di maggiore serenità di animo che spinge alla solidarietà ed alla frammentazione delle dinamiche di isolamento ed ulteriore emarginazione di alcuni detenuti.

 

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