6 settembre 2024 ore: 15:46
Salute

Zero alcol in gravidanza, al via un progetto sulla sindrome feto-alcolica

Il 9 settembre la giornata mondiale della lotta alla sindrome feto-alcolica e dei disturbi correlati, al via una campagna social e un progetto di formazione per operatori socio-sanitari
Natalità, neonato, famiglia, minori, adozioni, affidi
ROMA - L’alcol in gravidanza va completamente evitato per salvaguardare la salute del nascituro, eppure una percentuale significativa di future mamme continua a bere anche durante la gestazione. Per questo prende il via, in occasione della giornata mondiale della lotta alla sindrome feto-alcolica e dei disturbi correlati che si celebra il 9 settembre, un nuovo progetto coordinato dall’Istituto superiore di sanità, che prevede anche una campagna social sulla sindrome feto-alcolica con diversi testimonial, fra cui due giovani medici e futuri genitori.
 
Una percentuale piccola ma pur sempre significativa di future mamme, lo 0,2% infatti, rientra in un profilo di bevitrice cronica, mentre quasi il 6% è bevitrice sociale, beve cioè saltuariamente durante incontri e uscite con amici e colleghi, come evidenziano gli ultimi dati del Centro nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità relativi al triennio 2019- 2022, che spingono a rafforzare l’informazione su quanto sia importante scegliere di non bere.
 
 “Zero alcol in gravidanza” è il messaggio che arriva in occasione della giornata mondiale della lotta alla sindrome feto-alcolica e dei disturbi correlati del 9 settembre dagli esperti dell’Iss, con una campagna di sensibilizzazione sui social media e con la distribuzione di materiale informativo nelle scuole secondarie di secondo grado. La campagna di sensibilizzazione è messa in campo sui principali social media dall’Istituto Superiore di Sanità, con il coordinamento scientifico del proprio Centro nazionale Dipendenze e Doping.
 
Monitorare il consumo di alcol in gravidanza, formare gli operatori e sensibilizzare sui rischi. Sono questi i tre obiettivi del progetto “Salute materno-infantile: formazione degli operatori socio-sanitari ed empowerment delle giovani donne (18-24 anni) sui rischi connessi al consumo di alcol in gravidanza” supportato dal Ministero della Salute e coordinato dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping e dal Servizio tecnico scientifico di coordinamento e supporto alla ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità. 
 
Il progetto, che prende il via in occasione della giornata, si svolge in collaborazione con il Dipartimento Materno Neonatale dell’IRCCS Burlo Garofalo di Trieste, il Dipartimento Materno infantile e Scienze Uroginecologiche del Policlinico Umberto I di Roma e la UOC Neonatologia e Terapia intensiva neonatale dell’Ospedale San Marco di Catania. Ha la durata di due anni, prevede una parte di laboratorio dedicata ad acquisire informazioni sul consumo di alcol in gravidanza e l’eventuale uso concomitante di altre sostanze psicotrope tra le giovani donne di età 18-24 anni.
 
Il secondo obiettivo del progetto è formare efficacemente gli operatori socio-sanitari in modo da aumentare la possibilità di intercettare precocemente i rischi del consumo di alcol in gravidanza nelle giovani donne. Pertanto, nel progetto sono previsti corsi FAD da destinare agli operatori sui rischi alcol correlati con lo scopo di fornire skills per la strutturazione di ambulatori per la diagnosi precoce dello Spettro dei Disturbi Fetoalcolici (Fetal Alcohol Spectrum Disorders, FASD). 
 
A partire dal 30 ottobre saranno erogati altri 3 corsi sui temi del trattamento, della prevenzione e delle principali indicazioni per implementare l’organizzazione dell'attività ambulatoriale mirata alla diagnosi e al trattamento della FASD. Ciascun corso sarà destinato a 5.000 professionisti socio-sanitari ed erogato sulla piattaforma Eduiss.it. L’attività di sensibilizzazione, invece, è destinata ai giovani studenti delle ultime classi delle scuole secondarie di secondo grado (17-19 anni), attraverso i social media e nelle scuole. Verranno infine realizzati dei poster per gli operatori sanitari e per la popolazione in generale.
 
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