27 giugno 2018 ore: 13:36
Disabilità

Zoccano e il ministero per le disabilità: “Non è un ghetto, confronto alla pari”

Il sottosegretario per le disabilità Zoccano alla Giornata nazionale dei sordociechi: “Faremo parlare fra loro i vari ministeri” migliorando la vita delle persone disabili. La legge sul Dopo di Noi? “Contenuti troppo sfumati”. E troppo ritardo nell’applicazione della convenzione Onu

ROMA – “L’istituzione del ministero della disabilità non è una scelta ghettizzante, ma l’esatto opposto, perché mira a garantire la trasversalità che è necessaria quando si parla di provvedimenti che toccano la disabilità”. Ad affermarlo è il sottosegretario al ministero della famiglia e per le disabilità Vincenzo Zoccano, che interviene in Senato con un saluto al convegno organizzato da Unione ciechi e ipovedenti e Lega del Filo d’Oro in occasione della prima Giornata nazionale dei sordociechi.

“In questi giorni – dice – stiamo riempiendo di contenuti e di competenze una struttura che non esisteva ed è appena nata, e che fa della trasversalità la sua caratteristica principale: non è un ministero ghettizzante, che rinchiude le persone disabili in un compartimento stagno, ma al contrario costituisce quella cabina di regia che finora è mancata e che ha il compito di far parlare i vari ministeri fra di loro”. Per Zoccano “l’interministerialità finora non è stata garantita”, e le varie competenze divise fra la salute, l’istruzione, il lavoro, ecc, non hanno portato a interventi complessivi di sistema. “In questo lavoro – continua Zoccano – operiamo in contatto con le associazioni. L’Uici è la mia patria, con voi e con tutte le associazioni e le federazioni di questo mondo l’interlocuzione è alla pari”, assicura ipotizzando la creazione di tavoli permanenti per mantenere il rapporto.

Zoccano giudicadai contenuti troppo sfumati” la legge sul Dopo di Noi approvata nel corso della scorsa legislatura, e afferma che l’Italia è “molto indietro nell’applicazione della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, al punto che “troppe sono le raccomandazioni, quasi 80, che l’Onu ci ha inviato bacchettandoci per il mancato rispetto di alcuni principi”. “Sentiamo grande aspettativa e noi – dice il sottosegretario – puntiamo ai fatti e non ai proclami, perché ci occupiamo delle vite delle persone”. E a proposito delle persone sordocieche afferma che “tante sono le abilità residue” che devono essere valorizzate. (ska)

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