L’ultimo spettacolo si è tenuto proprio a Padova, poi la pandemia e la chiusura dei teatri, ma il racconto dei volontari non si è fermato. L’attrice e autrice del libro Tiziana Di Masi: “Il giorno stesso in cui è partito il lockdown abbiamo iniziato a raccogliere storie. I volontari hanno continuato ad operare nonostante tutto”
PADOVA - L’ultimo spettacolo si è tenuto a Padova Capitale europea del volontariato e ora da lì riparte, ma con un libro con 12 storie di volontari per raccontare un’esperienza che “cambia profondamente la vita delle persone”. Per le Edizioni San Paolo, dal 30 aprile è in libreria “#IoSiamo Storie di volontari che hanno cambiato l'Italia (prima, durante e dopo la pandemia)” dell’attrice Tiziana Di Masi e Andrea Guolo. Un testo che non è la trasposizione dello spettacolo teatrale nato nel 2017, ma una vera e propria raccolta di storie di volontari, associazioni, sportelli, centri di accoglienza che non hanno fatto mancare il loro impegno anche durante la pandemia.
“Lo spettacolo nasce nel 2017 come continuazione e al tempo stesso cambiamento di marcia del mio teatro civile - racconta a Redattore Sociale Tiziana Di Masi -. Mi definisco un’attrice sociale che porta in scena i grandi quesiti della nostra società. Ad un certo punto ho accolto una sollecitazione da parte del pubblico che mi ha chiesto di far emergere non solo le cose brutte, ma anche il bello. Da questa suggestione io e Andrea Guolo, coautore del libro e dello spettacolo, è nata l’idea di raccontare l’Italia bella, che si impegna, disegnando un ritratto di persone semplici, non di star. Un bene che non fa mai notizia”.
Raccontare il bene non è poi così facile, spiega Di Masi. “La difficoltà è uscire fuori dallo schema della narrazione del volontariato come qualcosa fatto da persone buone e carine. Noi, invece, vogliamo far emergere l’umanità travolgente del fare volontariato. Parliamo di 6,5 milioni di persone e sono persone coraggiose che non si rassegnano all’ingiustizia, ma anziché lamentarsi si rimboccano le maniche. Persone intraprendenti nella loro normalità: protagonisti senza volerlo, perché non amano parlare di loro”.
A interrompere il tour nei teatri, la pandemia da Covid-19. “L’ultima data è stata il 7 di febbraio a Padova per la Capitale europea del volontariato - racconta Di Masi -. Lì avevamo realizzato questo spettacolo sui volontari del carcere di Padova, una delle esperienze più belle che abbiamo intercettato. Con la pandemia i teatri hanno chiuso e quindi c’è stata una battuta d’arresto devastante”. Chi non si è fermato, proprio durante la pandemia, sono gli stessi volontari. Così, insieme a loro, l’idea di raccontare il loro impegno è diventato un libro. “Il giorno stesso in cui è iniziato il lockdown abbiamo cominciato a raccogliere storie chiamando ogni giorno un volontario per farci raccontare come stava continuando a fare volontariato nonostante la pandemia. E sono venute fuori storie molto belle. Dall’idea delle favole al telefono per i bambini al lavoro nelle mense”. Durante la pandemia, il volontariato è quello che ha “continuato a lavorare nonostante tutto - racconta Di Masi -. Non ho mai sentito rassegnazione. Un esempio di coraggio non finalizzato ad un interesse personale”.
Da questi racconti ne viene fuori un quadro variopinto dell’Italia, come quello rappresentato dalla copertina del libro, dove per ogni regione c’è una parola che ne racconta le virtù. “È una mappa simbolica di quelli che sono gli elementi fondamentali di una società civile - spiega Di Masi -, dove a regnare sono il coraggio, l’amicizia, la speranza, la solidarietà e l’impegno. Queste 12 storie sono state un grande balsamo per il mio spirito”. Tra le storie raccontate c’è anche l’esperienza dei volontari nel carcere di Padova. “Quello che mi ha colpito è che chi fa volontariato rinasce e dà la possibilità di rinascere all’altro - racconta Di Masi -. Dare un’altra vita lì dove è segnata da una condanna, da una colpa, che segna nel profondo. E proprio in questo contesto il volontario crea uno spiraglio per far passare la luce e dà la possibilità di vedere la propria vita in maniera diversa. Il volontariato dà la possibilità di rinascere. Rinasce chi lo fa e chi lo riceve. Una iniezione di vita e di speranza di cui abbiamo sempre più bisogno”.