Si è tenuto online l’evento del Centro europeo del volontariato che avrebbe dovuto essere ospitato da Padova Capitale europea del volontariato. Oltre 200 i partecipanti da 15 paesi europei. Csv di Padova: “Una bella occasione di confronto internazionale. L’auspicio è di poter avere presto ospiti i partecipanti dei vari paesi per la visita studio in città”
Volontari del progetto Per Padova noi ci siamo
ROMA - Il volontariato in tempo di crisi “è necessario”, ma “la motivazione aumenta nelle crisi epidemiologiche e migratorie o durante le calamità naturali, rispetto ad altre tipologie di crisi”. È quanto è emerso in uno degli incontro del congresso d’autunno del Centro europeo del volontariato che quest’anno doveva essere ospitato da Padova Capitale europea del volontariato, ma per limitare la diffusione del Covid-19 è stato organizzato interamente online. Un occasione di incontro e confronto sul tema del volontariato non del tutto persa, come spiegano dal Centro di servizio per il volontariato della provincia di Padova. “Come già sperimentato in altre occasioni - spiegano dal Csv di Padova -, la versione online dell'evento, nonostante non abbia permesso una presenza fisica, ha reso possibile una maggior partecipazione. I Paesi rappresentati dai partecipanti sono stati infatti 15, per un totale di circa 200 persone coinvolte". La tre giorni si è aperta con l'assemblea dei soci del Cev con la partecipazione di 30 organizzazioni delle 60 associate. Oltre ad approvare il bilancio e il piano di attività, l'incontro è stato utile per discutere e porre l'attenzione sul documento che sarà presentato nel 2021, a 10 anni dall'anno europeo del volontariato celebrato nel 2011, dal titolo “Progetto 2030 per il volontariato in Europa”. Nel corso della giornata del 22 ottobre si sono susseguiti tre appuntamenti: due dedicati ad approfondire il tema del volontariato nei tempi di crisi e il terzo dedicato alla presentazione delle città candidate a capitale europea del volontariato per il 2022.
Il seminario “I volontari come risorsa in tempi di crisi” è stata un’occasione per presentare il progetto Vocis, finanziato dal programma Europe for Citizens, e per esplorare il reale valore del volontariato in tempo di crisi. Ricercatori universitari, volontari, partecipanti hanno condiviso le loro esperienze “in plenaria” con due focus sui risultati emersi dal progetto Vocis e dalla ricerca condotta dall'Università degli studi di Padova sui volontari che si sono attivati in città durante il lockdown all'interno del progetto “Per Padova noi ci siamo” realizzato dal Csv, dal Comune e dalla diocesi di Padova. In particolare il progetto “Vocis: Volontari come forza di solidarietà in tempi di crisi”, nato con l'obiettivo di scoprire atteggiamenti e prospettive sul volontariato e sui volontari, nonché atteggiamenti e prospettive sul volontariato durante le situazioni di crisi ha visto la partecipazione di cittadini da Belgio, Croazia, Italia, Polonia e Serbia e i dati, raccolti tra maggio e settembre 2020. Il progetto pre-esistente all'emergenza Covid, è stato in parte adattato per includere alcune domande sulla situazione in corso.
“Dai primi risultati del progetto emerge che gli intervistati concordano sul fatto che il volontariato in tempi di crisi è necessario e che la motivazione aumenta nelle crisi epidemiologiche e migratorie o durante le calamità naturali, rispetto ad altre tipologie di crisi - spiegano dal Csv di Padova -. Rispetto al volontariato nelle crisi migratorie emerge che gli intervistati fino ai 40 anni sono più propensi a partecipare a compiti di supervisione presso i centri di accoglienza, nonché di aiuto con visite a istituzioni di amministrazione statale o locale. Gli intervistati che vivono in città/centri minori e città di medie dimensioni hanno maggiori probabilità (circa il 70%) di partecipare ad attività di raccolta e distribuzione di beni di prima necessità rispetto a quelle delle grandi città e aree metropolitane (circa il 47%). Essi sono anche più propensi a partecipare all'aiuto con visite a istituzioni di amministrazione statali o locali di quelli nelle grandi città, con supporto psicologico e con l'organizzazione di attività nei centri di accoglienza”.
Dalla ricerca condotta dall'Università degli Studi di Padova “La città si attiva: Il volontariato e la fase 1 del Covid-19”, alla quale hanno risposto circa metà dei volontari attivati, invece, emerge un quadro di volontari giovani (età media 40 anni), dei quali l'8% di nazionalità non italiana e con un titolo di studio alto (54,4% con laurea). “Tre volontari su 4 sono stati soddisfatti dell'esperienza vissuta - spiega il Csv di Padova - e l'85% degli intervistati ha dichiarato di essere intenzionato ad impegnarsi in altre azioni di volontariato, per lo più in ambito strutturato e a favore del quartiere o territorio di appartenenza”.
Il 22 ottobre si è svolta la presentazione delle
candidate capitali del volontariato 2022: Gdansk (Polonia), Gorizia (Italia), Izmir (Turchia) e Madrid (Spagna) e l'incontro è stata anche l'occasione per Padova per presentare le attività svolte nel corso dell'anno. “Tra luglio e agosto 2020 il Centro europeo del volontariato ha consegnato gli attestati di candidate capitali del volontariato ai rappresentanti dei Comuni e dei centri di volontariato locali delle quattro città - spiega il Csv di Padova -, che nel corso della serata del 22 ottobre si sono presentate attraverso un video e hanno illustrato qual è il ruolo del volontariato nelle loro città e quali sono i progetti, passati e futuri, che coinvolgono volontari, cittadini, istituzioni e che hanno arricchito e puntano ad arricchire le città”. La proclamazione della capitale europea del 2022 si svolgerà nel corso della giornata del 5 dicembre 2020, in diretta streaming.
Il seminario “Ricuciamo insieme la solidarietà” che ha concluso il congresso d'autunno del Csv, infine, si è svolto in forma di webinar il 23 ottobre ed ha affrontato il tema della stigmatizzazione e della discriminazione nei confronti di migranti, rifugiati e altre minoranze svantaggiate. “Un’occasione di confronto dinamico e interattivo tra associazioni che operano nel territorio padovano - spiegano al Csv di Padova -, con la partecipazione dell’associazione 21 luglio di Roma e con una parte di webinar dedicata al confronto tra associazioni locali e rappresentanti di associazioni internazionali. Anche in questo caso si è parlato della situazione odierna e di come le minoranze e le persone che già vivevano situazioni di disagio abbiano ricevuto il sostegno delle associazioni durante il lockdown e nei mesi successivi, sono state condivise strategie di comunicazione nei confronti di utenti e volontari delle varie realtà ed è stata data la parola anche a chi ha in prima persona vissuto la condizione di rifugiato o immigrato e ha ricevuto il sostegno da parte di associazioni e volontari. Hanno portato la loro testimonianza le associazioni italiane Centro Veneto Progetti Donna, Amici dei Popoli, Associazione 21 luglio e associazione Il Portico”.
Durante l’incontro è stata inoltre presentata la piattaforma Wish (Welcome, Integration and Support Hub for refugees and asylum seekers in Europe - https://www.europeanvolunteercentre.org/wish), nata nel 2018 come parte di un progetto ideato nel corso dell’assemblea generale del Cev. “Per Padova è stata comunque una bella occasione di confronto internazionale - spiegano al Csv di Padova - e l'auspicio è di poter presto avere ospiti tutti i partecipanti dei vari paesi europei per la visita studio che si sarebbe dovuta svolgere nei tre giorni per favorire la conoscenza del mondo del volontariato italiano e avviare un confronto sulle diverse tipologie organizzative del non profit tra paesi diversi per aumentare la contaminazione e lo sviluppo di nuove idee e progettualità condivise”.