5 dicembre 2020 ore: 19:49
Non profit

Danzica è la Capitale europea del volontariato 2022. Padova passa il testimone a Berlino 2021

Cerimonia conclusiva per Padova Capitale europea del volontariato 2020. Tanti gli ospiti e i testimoni in diretta dal Teatro Verdi. David Sassoli: “Volontariato è un settore fondamentale per l’Unione europea. Alecci, Csv di Padova: “Il Covid ha bloccato i territori, ma non ha bloccato il volontariato”
Padova Capitale cerimonia finale
PADOVA - Sarà Danzica, in Polonia, la Capitale europea del volontariato del 2022. L’annuncio è stato dato oggi dal Centro europeo del volontariato durante la cerimonia di chiusura di Padova Capitale europea del volontariato 2020, dal titolo “Insieme si può”, organizzata in occasione della Giornata internazionale del volontariato e trasmessa in diretta dal Teatro Verdi di Padova. Niente da fare per Gorizia, la candidata italiana (insieme alla città turca di Smirne e Madri) che avrebbe potuto riportare in Italia, a breve giro, l’esperienza da Capitale europea che per Padova si concluderà in questo mese.
 
Ad aprire la cerimonia un videomessaggio di David Sassoli, presidente del Parlamento europeo.  “Per l’Unione europea il volontario è un settore fondamentale non solo perché favorisce coesione tra comunità ma anche perché costituisce la radice del progetto europeo - ha affermato Sassoli -. In questo momento così difficile è necessario il contributo di tutti, dalle istituzioni, alle città, ai corpi intermedi, alle nostre opinioni pubbliche per superare una stagione difficile e proiettarci verso un futuro migliore. Durante questa pandemia, le azioni di volontariato e di solidarietà hanno svolto un ruolo determinante, cosa saremo stati senza i volontari, i giovani - in particolare -, ma tutti coloro che si sono rimboccati le maniche e che hanno aiutato i nostri cittadini a resistere a questa drammatica stagione”. Per Sassoli, la città di Padova “ha rappresentato un modello virtuoso nel campo del volontariato - ha aggiunto durante il suo intervento -, basti pensare ai numerosi progetti di assistenza, di accoglienza e d’integrazione che sono stati portati avanti in questi anni e che hanno dato vita a percorsi di collaborazione anche con altre realtà italiane ma, non solo, anche europee. Per questa ragione credo che sia molto importante non solo condividere le esperienze, elaborare progetti e trovare strategie comuni ma anche rafforzare le reti europee della solidarietà”.
 
Per Emanuele Alecci, presidente del Csv di Padova, il bilancio di quest’anno da Capitale europea del volontariato 2020 è stato “molto positivo”. “C’è stato un lavoro incredibile di associazioni e organizzazioni che hanno imparato a lavorare insieme e di tavoli che hanno continuato a far pensiero e progetti - ha affermato Alecci -. Il Covid ha bloccato il paese, i nostri territori, molte persone in casa, ma non ha bloccato il volontariato. Abbiamo avuto numeri incredibili: in 40 anni di volontariato non ho mai assistito a una cosa del genere. Mondi diversi hanno cominciato a lavorare insieme e per tantissimi volontari è rimasta una grande idea di relazione. La relazione cambia le cose”. Per Andrea Micalizzi, vicesindaco di Padova, il 2020 ha portato alla luce questo “enorme capitale di donne e uomini, di volontariato di cui Padova dispone. È stato un anno straordinario in cui la città ha avuto modo di misurare la forza e il valore di questa energia che dobbiamo mettere a frutto ancora di più per il benessere della nostra città”.
 
Durante la cerimonia anche il passaggio di testimone con la Capitale europea del volontariato del 2021. Berlino, così, andrà ad aggiungersi alla ormai lunga lista di capitali del volontariato: Barcellona nel 2014, poi Lisbona nel 2015, Londra nel 2016, Sligo nel 2017, Aarhus nel 2018, Košice nel 2019 e poi Padova nel 2020. Alla città di Berlino, l’attuale Capitale europea del volontariato manda due doni mostrati in diretta dal presidente del Csv di Padova, Emanuele Alecci. Il primo è un dono simbolico, ha spiegato Alecci: “Sono degli occhiali - ha spiegato -. Sono gli occhiali del volontariato: con questi penso che il mondo potrà cambiare e credo che offrire alla città di Berlino questi occhiali possano essere di buon auspicio affinché Berlino, così come Padova e molte altre città, possa respirare i valori veri del volontariato: dono, gratuità, disinteresse, bene comune, inclusione e giustizia sociale”. 

Padova Capitale dono Berlino
 
Il secondo dono è un’opera dell’artista e maestro Vittorio Riondato. “Si tratta di un bronzetto - ha spiegato Alecci -. Siamo nella terra degli artigiani e a Berlino doniamo una luna sorridente. Una luna che illumina la strada al volontariato. Intorno c’è una corda marina, per i viandanti, perché dal mare ci sono molte persone che cercano luoghi nuovi. Noi speriamo che questa luna possa illuminare la strada al volontariato, alla politica della nostra Europa e anche a quanti cercano una strada, che siano persone in difficoltà, migranti o persone che cercano giustizia sociale”.
 
A raccogliere il testimone di Padova, il sindaco di Berlino, Michael Müller, che ha affidato il suo intervento ad un videomessaggio. “Il Covid-19 sta ponendo i nostri paesi di fronte a delle sfide senza precedenti - ha affermato Müller -. I politici, le amministrazioni, la gente comune, tutti noi ci troviamo di fronte a dei problemi enormi. Dobbiamo prendere decisioni, mettere in atto misure e ottenere il sostegno della gente per questi provvedimenti perché senza questo supporto non saremo in grado di superare la pandemia. E in questo momento, in un momento in cui la cooperazione e il modo in cui ci trattiamo l’un l’altro sono così importanti è essenziale porre in risalto l’importanza dell’impegno civico. Questo perché la società civile svolge un ruolo particolarmente rilevante in questi tempi di crisi. Ne siamo stati tutti testimoni in questi ultimi mesi”. 
 
Durante la cerimonia sono intervenuti anche Giovanni Moro, sociologo e responsabile scientifico della Fondazione per la cittadinanza attiva, e Romano Prodi. Per Moro è necessario che oltre alle celebrazioni ci sia anche una “preoccupazione” affinché si possano sviluppare le potenzialità del volontariato. “Occorre fronteggiare certi ostacoli - ha affermato -. Il primo è la banalizzazione del volontariato. Se si leggono i media mainstream si parla del volontariato come bricolage. Il secondo ostacolo è quello dell’amministrativizzazione. Il terzo ostacolo, emerso durante l’emergenza Covid, lo chiamerei le braccia e la mente per cui i volontari e i cittadini vanno bene se spalano il fango e portano la spesa, ma se poi vogliono mobilitare come parte di questa azione anche le loro competenze, le conoscenze, la responsabilità per ridisegnare il futuro delle città e dei quartieri in cui vivono, allora non vanno bene. Vanno bene come braccia, ma la mente resta sempre da un’altra parte. SI tratta di problemi che penso possano ostacolare lo sviluppo di quelle energie che per fortuna l’Italia ha dimostrato di avere e non da oggi”. 
 
Romani Prodi, inoltre, ha inquadrato le nuove sfide che dovrà affrontare il terzo settore a livello europeo e internazionale. “Oggi assistiamo a un desiderio di totalitarismo sempre più vissuto - ha spiegato Prodi collegandosi in diretta web -. E questo fa male al terzo settore. Adesso le elezioni americane forse metteranno un po’ a posto le cose da questo punto di vista. Non credo che cambi radicalmente il ruolo del terzo settore con la Next generation Eu, anche se ci sono indicazioni come l’ammodernamento delle imprese e l’aspetto verde. Per questo c’è spazio, ma c’è un tale affollamento che bisogna che il terzo settore - con richieste ben precise e coltivando i rapporti internazionali – faccia sentire la sua voce. Il terzo settore deve unire le forze e fare squadra su questo tema”. 
 
Tanti e diversi, infine, i testimoni d’eccezione che hanno animato la cerimonia: dal filosofo Telmo Pievani all’artista Antonella Ruggiero, da Andrea Pennacchi a Stefano Massini, ma i veri protagonisti sono stati proprio i volontari che hanno raccontato le proprie storie e il proprio impegno. Durante la cerimonia, infatti, sono stati premiati anche 11 tra volontari e organizzazioni con il Premio Gattamelata, istituito dal Csv di Padova e giunto ormai alla 15a edizione.
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