Serie tv. A novembre sul piccolo schermo “Tutta la luce che non vediamo”
ROMA - Marie-Laure è una ragazza francese cieca, che fugge insieme a suo padre nella Parigi occupata dai nazisti. Hanno con loro un diamante leggendario, che non vogliono far finire nelle mani dei tedeschi. Braccati senza sosta da un crudele ufficiale della Gestapo che vuole impossessarsi della pietra preziosa, Marie-Laure e suo padre trovano rifugio a St. Malo, dove vanno a vivere con uno zio solitario, che diffonde le trasmissioni clandestine per la Resistenza. In questa cittadina sul mare Marie-Laure incontrerà Werner: un giovane brillante, che è stato arruolato dal regime di Hitler per rintracciare le trasmissioni illegali. Tratta dall’omonimo romanzo di Anthony Doerr, vincitore del Premio Pulitzer, la miniserie “Tutta la luce che non vediamo” segue la storia di. Marie-Laure e Werner nel corso di un decennio, soffermandosi sul potere dei legami tra le persone, un faro di luce che può guidarci anche nei tempi più bui.
Diretta da Shawn Levy e scritta da Steven Knight, la miniserie in quattro episodi sarà disponibile su Netflix a partire dal prossimo 2 novembre. Al centro della storia il coraggio e la speranza della ragazza, che faranno da contraltare alla violenza e alla distruzione della guerra. Marie-Laure è interpretata dall’attrice esordiente Aria Mia Loberti, cieca anche nella vita e scoperta da Levi attraverso un casting globale a cui hanno partecipato attrici non vedenti e ipovedenti. La miniserie è prodotta da 21 Laps Entertainment, la casa di produzione che è dietro al fenomeno globale “Stranger Things”