6 settembre 2024 ore: 14:27
Economia

Finito il reddito di cittadinanza, più toscani ai centri Caritas

I dati del rapporto Caritas 2024 occasione per valutare gli effetti della riforma del Governo. L'assessora regionale alle Politiche sociali, Serena Spinelli: "Capire dove sono andati i fondi risparmiati con la soppressione del sussidio"
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FIRENZE - L'abolizione del reddito di cittadinanza ha contribuito ad aumentare gli accessi ai centri di ascolto diocesani. A riconoscerlo è il docente dell'Università di Pisa e senior researcher dell'azienda spin-off dell'Ateneo pisano, Gabriele Tomei, durante la presentazione del rapporto Caritas 2024 sulle povertà: "In una regione come la Toscana, come in tutte le regioni del Paese, è chiaro che uno strumento che era pensato come universale, un diritto esigibile da parte di tutti i cittadini, è arretrato, è diventato uno strumento solo per alcune categorie- osserva l'accademico- questo lascia scoperti ampi spazi, infatti nuove persone hanno fatto accesso ai centri di ascolto anche perché la situazione reddituale non è più compensata da questo strumento".

I dati del rapporto, riferiti all'anno 2023, sono una prima occasione per misurare gli effetti della riforma del governo Meloni che ha rimpiazzato il reddito di cittadinanza con l'assegno di inclusione. E il bilancio secondo Caritas, ma in particolare ad avviso della Regione Toscana non è lusinghiero. Assai critica è l'assessora regionale alle Politiche sociali, Serena Spinelli, che chiede fra le altre cose la destinazione dei fondi risparmiati con la soppressione del sussidio: "Cercheremo di capire dove sono finite quelle risorse- avverte l'assessora- certamente non sono finite agli enti locali, perché molte persone poi sono in carico agli enti locali stessi senza però altri strumenti. E quello che preoccupa molto è che si dia alla povertà una dimensione di colpa. Il messaggio è che se uno è povero, è colpa sua, ne deve uscire. Credo invece che dovremmo tutti fare riferimento all'articolo 3 della Costituzione".

In questo senso, sottolinea Spinelli, "la rimozione del reddito di cittadinanza ha tolto un elemento fondamentale di supporto, pur nella necessità di modificarlo. Non abbiamo più uno strumento universalistico, ma per categorie che individua determinati nuclei di persone".

Un intervento normativo avrebbe poi richiesto un'attenta analisi dei dati. "Abbiamo visto che c'erano persone non occupabili per loro caratteristiche di partenza, non perché siano dei 'divanisti', c'erano molte donne- evidenzia ancora l'assessora- abbiamo perso di vista che abbiamo bisogno di uno strumento di supporto al reddito e che consenta alle persone di stare in un loro livello di dignità e anche di poter ripartire". (DIRE)

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