3 luglio 2024 ore: 14:33
Immigrazione

Firenze, “solo 30% di chi ha protezione internazionale ha avuto accesso alla casa”

Se ne è parlato al convegno “Immigrazione e abitare”. Paolo Santagata (Coordinatore progetto Sai Firenze): “L’inclusione passa anche dal diritto alla casa. Ma è lo scalino più difficile da sormontare”

Firenze - “Nel 2023 soltanto il 30% dei titolari di protezione internazionale e di altre forme di permessi di soggiorno che abbiamo accolto è riuscito ad avere un alloggio proprio. L’integrazione effettiva sul territorio fiorentino passa anche dalla casa, ma a Firenze resta una partita complessa”. Lo afferma Paolo Santagata, coordinatore del progetto Sai di Firenze, che ha come ente titolare il Comune di Firenze e come gestori la Fondazione Solidarietà Caritas e il Consorzio Co&So, con la cooperativa “Il Girasole
Se ne è parlato al convegno “Immigrazione e abitare: criticità, esperienze e prospettive”, in programma oggi e domani (3-4 luglio) alla biblioteca delle Oblate, in via dell’Oriulo 24.

“Il Sai – commenta Paolo Santagata, coordinatore del progetto – è finalizzato all’accoglienza dei titolari di protezione internazionale e coltiva l’obiettivo principale di includere sul territorio le persone ospitate tramite l’apprendimento della lingua italiana, l'inserimento in corsi di formazione, e la ricerca attiva di un lavoro tramite un percorso personalizzato secondo i bisogni e gli obiettivi delle persone accolte. L’ultima tappa per l'inclusione è la ricerca di una casa con la stipulazione di un contratto di affitto o di compravendita. Proprio il tema dell'abitare, ormai da anni, è lo scalino più difficile da sormontare per una completa inclusione”. 

Una situazione di difficoltà che si inserisce, del resto, all’interno di un quadro di generalizzata emergenza abitativa in città. Secondo l’ultimo report di Sunia (il sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari), infatti, oggi a Firenze 20mila famiglie si trovano in condizioni di disagio abitativo e gli affitti al metro quadro, dopo Milano, sono quelli più cari del paese. Oltre a questo, vengono convalidati circa 2500 sfratti all’anno e ogni mese si registrano 100 esecuzioni con forza pubblica. Ad oggi, poi, 800 alloggi di case popolari risultano sfitti. 

Temi che sono stati oggetto da subito del confronto odierno (dalle 9 alle 13) al quale hanno preso parte Marzio Mori (direzione area immigrazione e marginalità fondazione solidarietà Caritas Ets), Tancredi Attina (Abitare Toscana), Gabriele Danesi (Auser laboratorio casa Aps), Gianluigi Chiaro (Caritas italiana), Laura Grandi (Sunia), Francesco Guarguaglini (Sindaco Radicondoli), Gabriele Panerai (Cooperativa Il Girasole) e Massimo Colombo (Fondazione Michelucci). La mattinata di domani (4 luglio) sarà invece dedicata alle testimonianze raccolte sul progetto Sai, sul tema dell’abitare e sulla situazione del mercato immobiliare in città. Entrambi gli appuntamenti verranno moderati da Paolo Santagata e Chiara Sacconi (Fondazione Solidarietà Caritas Ets).

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