Cresce l’Anrel, “agenzia di collocamento” e di reinserimento per ex detenuti
Finanziato con oltre 6 milioni di euro per i primi tre anni, il progetto punta a creare una vera “agenzia di collocamento nazionale” e un incubatore d’impresa per gli ex detenuti e anche per i detenuti che devono scontare pene residue inferiori ai tre anni. Per loro è previsto un percorso di formazione al lavoro e tutoraggio già partito in Sicilia, e che ora sarà esteso a Campania, Lazio, Veneto e Lombardia, regioni che da sole rappresentano il 53% della popolazione carceraria. Si tratta, in fasi successive, di creare una banca dati nazionale per avere una mappa delle capacità professionali e delle competenze degli ex detenuti; di aprire nelle carceri spazi di consulenza per i detenuti e i loro familiari, con colloqui gestiti dagli operatori della Fondazione Mons. Di Vincenzo (legata a Rinnovamento nello Spirito). Di avviare per gli ex carcerati, infine, percorsi di lavoro sul modello del Polo di eccellenza “Mario e Luigi Sturzo”, già attivo dal 2003 a Caltagirone, in Sicilia: qui detenuti prossimi alla fine pena o già usciti dal carcere lavorano in una tenuta agricola di 52 ettari coltivando agrumi, olivi, grano o producendo ceramiche e oggetti artigianali in ferro battuto in laboratori. Si tratta per ora di 8 detenuti con le loro famiglie, ma altri 26 sono in arrivo all’inizio del 2010. Il progetto di recupero in Sicilia è gestito dalla Fondazione Di Vincenzo insieme alla Caritas e col sostegno della Conferenza episcopale italiana. Quattro sedi per nuovi “Poli d’eccellenza” sono state individuate a Venezia, Milano, Napoli e Roma. Sono previsti anche programmi di microcredito per gli ex detenuti che decidono di avviare un’impresa. A gennaio, poi, è previsto a Roma l’insediamento del comitato direttivo dell’Anrel.
“Non basta sfollare le carceri o costruirne altre per risolvere il problema dell’alta percentuale di recidiva – commenta Salvatore Martinez, presidente di Rinnovamento nello Spirito -: l’unico vero antidoto è il lavoro nelle carceri per il recupero spirituale e sociale dei detenuti. Le statistiche dimostrano che le persone a cui viene data un’opportunità di ricostruirsi una vita scelgono di non tornare a delinquere”. Per Marcella Reni, direttrice di Rinnovamento, l’attuale sovraffollamento delle carceri italiane “è un motivo in più per creare percorsi di recupero e ritorno al lavoro esterni agli istituti di pena”, come il progetto dell’Anrel e quello per le madri detenute con figli piccoli che sta per partire a Villarosa (Enna). (lb)