Viaggio nella comunità dei caminanti, tra nomadismo e antichi mestieri
NOTO – “I ‘caminanti’ vivono a Noto da oltre 60 anni. Sono una comunità di 2 mila, 2.500 persone: seminomadi, girano per la Sicilia e l’Italia. Sono arrotini, ombrellai e stagnini, oppure vendono palloncini, e continuano la tradizione dei vecchi carrettieri. Altri vivono isolati all’interno del quartiere, tra i propri simboli e la propria cultura che a tratti si lega ancora a quella di una Sicilia pre-urbana”. Francesco Valvo ha 28 anni e abita a Noto, cittadina di quasi 25 mila abitanti in provincia di Siracusa. Francesco racconta così ‘Fermo.Mosso.Caminante’, un progetto che ne racchiude in realtà 3, firmato dai giovanissimi membri del collettivo artistico frameOFF: oltre a lui, ci sono Licia Castoro, Francesco Di Martino, Giuseppe Portuesi e Maria Vittoria Trovato.
box Chi sono i caminanti che abitano la città? Cosa cercano in Noto? Da dove vengono? Ma soprattutto, quali verità si celano dietro le tante storie da sempre ascoltate ma mai vissute? È per cercare una risposta a queste domande che i 5 ragazzi (età compresa tra i 28 e i 32 anni) hanno scelto di intraprendere questa avventura: “Abbiamo deciso di farci sconvolgere da questo incontro: abbiamo lavorato sul campo, senza posa né orari, cercando ogni giorno di dimenticare quello che pensavamo di conoscere, con un taccuino in mano, una videocamere in spalla e una macchina fotografica al braccio”.
“I caminanti sono italiani a tutti gli effetti. Tra l’altro, la tradizione siciliana dei venditori ambulanti – l’occupazione prevalente sull’isola fino a 50 anni fa – è nelle loro mani. È una comunità chiusa, che vive bene nelle proprie tradizioni e non ha mai cercato l’integrazione a tutti i costi. L’aspetto che più ci ha colpito, infatti, è la sicurezza della propria identità. Per riuscire a entrare in contatto con loro ci ha aiutato Corradina Sapia, l’unica assistente sociale della città che da 15 anni lavora con i caminanti”. L’interazione non è stata semplice, e per guadagnare la fiducia delle famiglie c’è voluto un po’ di tempo: le riprese sono durate quasi 2 anni. “In quell’arco temporale abbiamo conosciuto alcune loro abitudini: per esempio, le famiglie più giovani durante l’anno si spostano in Italia con i loro furgoni ‘camperizzati’. Anche per questo, la maggior parte dei caminanti di Noto è analfabeta: i bambini non sempre vanno a scuola”.
‘Fermo.Mosso.Caminante’ si compone di tre parti: un documentario, un libro fotografico (edito da Marotta & Cafiero Editore) e un’ottantina di fotografie. Alla base del progetto, una matrice antropologica, non tanto in senso scientifico quanto a livello di ricerca – con differenti linguaggi: video, fotografia, testi e musica – sul campo: “La ricerca cattura i momenti quotidiani della vita dei caminanti, le dinamiche dialogiche con la città, le sue pratiche politiche e i meccanismi economici”. Così, si intrecciano esperienze, mestieri, storie spesso drammatiche, opinioni e momenti importanti: “Abbiamo provato a ritrarre in maniera più oggettiva possibile quella che possiamo definire una cultura esistente a sé, ma che si trasforma nonostante tutto e tutti”.
Per stampare i libri e organizzare un tour a partire dalla università siciliane (e magari oltrepassare lo Stretto di Messina) i ragazzi di frameOFF hanno lanciato una raccolta fondi sul sito www.produzionidalbasso.com: la quota base è di 12 euro. Al momento sono stati raccolti poco più di 2 mila euro: l’obiettivo è arrivare a 6 mila, e mancano circa 20 giorni. “Nel momento in cui avremo raccolto le quote necessarie ogni co-produttore riceverà una copia del libro-fotografico ‘Fermo.Mosso.Caminante’ con all’interno il link e la password per accedere al download online del film ‘Caminante’”. (Ambra Notari)