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Il racconto di Francesca Zimatore, fondatrice e coordinatrice dell'housing per donne e bambini. “Sono arrivati stamattina, dopo cinque giorni di viaggio e innumerevoli trasbordi. Natalia, la giovane mamma, non si reggeva in piedi, i bambini sorridevano. Il papà è rimasto lì. Ora riposano nella stanza che hanno allestito le ragazze ospiti dell'housing”
Classe 2001, è arrivato in Italia da solo come minore non accompagnato nel 2017, dopo essere passato per l’inferno dei campi in Libia. Salvato in mare dalla Guardia costiera, a Rieti ha iniziato il percorso di integrazione che lo ha portato (tra molti ostacoli) in serie A. E' entrato per la prima volta in campo in Sampdoria-Roma
L'8 aprile del 1994 Jean Paul, 10 anni, dovette scappare con la sua famiglia tutsi: “Lasciammo il cibo ancora caldo nei piatti”. Oggi vive in Italia ed è sposato con Marie Luise, hutu. Nel suo diario “Nonostante la paura” il racconto del genocidio ma anche di una stupenda storia d'amore
La denuncia di Pensare Migrante, che a Roma sta seguendo il caso di diversi richiedenti asilo, rimasti in strada per problemi burocratici. “Non crediamo che i loro diritti siano subordinati a questioni logistiche”
Oggi la donna è perfettamente integrata e lavora come mediatrice culturale a Palermo. “Sono italo-tunisina, mi sento figlia del Mediterraneo. Anche se ancora non ho la cittadinanza italiana che spero di avere al più presto”
Nato a Roma, cresciuto a Trigoria, ha vissuto per anni senza documenti, finendo nel limbo della burocrazia. Ha rischiato l’espulsione verso Capo Verde, il paese dei suoi genitori. “Che senso ha rinnovare il permesso di soggiorno nel paese in cui sei nato? Serve una nuova legge per noi figli di immigrati”
Il calciatore sta ultimando le pratiche per diventare cittadino e poter essere tesserato con la Juventus. Ma il caso fa discutere: per chi chiede la naturalizzazione il dl Salvini ha allungato i tempi da 2 a 4 anni. E c’è chi come Fatjona ha rischiato l’espulsione pur avendo un marito e due figlie italiane...
Joseph, originario di un paesino nigeriano di pescatori, ha conosciuto Sascha mentre chiedeva un passaggio dalla chiesa al centro di accoglienza per migranti. Così è nata la loro amicizia: la famiglia di Sascha lo ha ospitato e lo ha aiutato a trovare un lavoro. Oggi ha ottenuto l’asilo politico e fa il giardiniere nel roseto Fineschi
Arrivato a Bologna dopo la fuga, le carceri libiche, la traversata via mare e lo sbarco a Lampedusa, Kwabena gestisce il caprile dell’Università di Bologna. Gode della protezione umanitaria, ma la Corte d’appello ha ribaltato la sentenza. Ora si aspetta la Cassazione
In cura al servizio di etnopsichiatria dell'Ospedale Niguarda, per effetto del decreto Salvini non ha potuto rinnovare il suo permesso di soggiorno per motivi umanitari. Ora il suo caso è finito in Tribunale. "In caso di rimpatrio si ritroverebbe privo di sostegno famigliare e cure adeguate", scrive l'avvocato nel ricorso