22 luglio 2015 ore: 13:45
Società

"Pro-memoria": foto e murales raccontano la convivenza sociale

Il laboratorio artistico "Pro-memoria" ha utilizzato la fotografia come riflessione e dialogo intergenerazionale sul tema della convivenza sociale. Un viaggio per riscoprirsi "un tutt'uno con l'intera umanità"perché dentro un'immagine "vi è racchiuso un mondo di persone, luoghi, sentimenti ed emozioni, indelebili nel tempo"
Giacomo Flaim (2015) Pro-memoria 1

"About me" di Giacomo Flaim (2015). "...una volta in cui noi eravamo fermi a bordo strada mentre passavano i prigioni del Campo di Bolzano, un prigioniero mi fece cenno di avvicinarmi e prendere una lettera che aveva in mano…" Ida Randi 21.08.1924

"About me" di Giacomo Flaim (2015)
Pro-memoria 1

BOLZANO - La convivenza fra perso­ne di diverse culture fa parte del­la nostra quotidianità, così come la convivenza tra le generazioni, dai nonni ai nipoti, o la convivenza con i propri ricordi, il passato, le radici, profonde e importanti, sulle quali poggiamo e dalle quali prendiamo il passo per andare altrove. “Il nostro modo di vedere il mondo è cambiato, ormai culture e tradizioni hanno iniziato a fondersi e a viversi. Questa meravigliosa e pacifica convivenza ci ha por­tato a vedere il mondo con uno sguardo nuovo”. Da questo sguardo nasce l’idea del progetto “Pro-memoria”, che si propone di utilizzare la fotografia, il teatro forum e i murales, come mezzi artistici di riflessione e dialogo intergenerazionale sul tema fondamentale della convivenza sociale.

"Radici" di Miriam Conti (2015)
Pro-memoria 3

Il percorso ideato dalla fotografa Silva Rotelli pone le sue radici nella memoria storica della città di Bolzano e dei suoi abitanti, grazie ad un iter di ricerca iniziato a dicembre 2014 all’interno del Centro di documentazione Monumento alla Vittoria, in collaborazione con l’Archivio storico della città. Il progetto si è svolto attraverso l’attivazione di tre laboratori a cura dell’associazione Volontarius onlus e del Collettivo internazionale di fotografia, con il supporto di Diego Baruffaldi, della regista Lorena La Rocca, dell’artista Riccardo Rizzo, Murarte, e dei centri giovanili BluSpace, Bunker, la Vispa Teresa. I protagonisti, spiegano gli organizzatori, sono stati i ragazzi “giovani cittadini, che attraverso il proprio sguardo hanno ascoltato la storia, indagato il rapporto tra le culture che vivono nella provincia di Bolzano e iniziato un percorso fatto di riflessioni, significati, memorie”. Il materiale elaborato è confluito in un evento finale dedicato al dialogo tra genitori e figli e ad una mostra fotografica risultata del percorso svolto dal gruppo di ragazzi del Collettivo internazionale di fotografia, provenienti da diversi stati che utilizzano la fotografia come dialogo tra loro e le rispettive culture

"I confini della musica" di Manuel Montesano (2015)
Pro-memoria 5

“Nella mia famiglia le fotografie hanno da sempre gio­cato un ruolo importante, quello di mantenere vivo il ricordo delle persone care. Esse rappresentano il mezzo per raccontare infinite storie; dentro un’unica fotografia vi è racchiuso un mondo di persone, luoghi, sentimenti ed emozioni, indelebili nel tempo e attraverso le generazioni” sono le parole di Mirian Conti che attraverso il progetto “Radici” ha voluto scavare nella vita di otto per­sone di diverse età e provenienza per far riaffiorare pensieri e volti. “Sono partita da qui, spiega la Conti, dalla ricerca più intima di se stessi, fatta attraverso i ricordi, la ricerca più intensa e difficile che esista, ma anche la più bella, per arrivare a mostrare come davanti alla forza dei nostri affetti, tutti noi diveniamo uguali, anime fragili e forti al contempo”. Dal reportage della Conti a quello realizzato da Manuel Montesano sulle giovani band multietniche altoatesine, accompagnato da interviste in merito al ruolo che ricopre la musica nella convivenza fra diverse culture; passando per gli scatti di “About me”, ricordi di guerra di Ida Randi, classe  1924, immortalati da Giacomo Flaim. Un viaggio attraverso la fotografia, alla scoperta di se stessi e degli altri, per riscoprirsi “un tutt'uno con l'intera umanità”. (slup)

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