Il Natale viene annunciato dalla Scrittura. Si utilizzano diverse analogie per  comunicare il grande evento: la luce e la parola sono le principali. Un modo tangibile per avvisare come Dio si farà sentire.
La chiave di lettura è il brano iniziale del Vangelo di Giovanni. Al Battista sono riferite le parole:  “Io sono la voce di uno che grida nel deserto” e più avanti, “egli venne per dare testimonianza alla luce”.
Il problema dell’annuncio presuppone da una parte qualcuno che rivela e dall’altra che cosa e chi è rivelato.
Per il cristianesimo i due termini sono chiari: la persona da rivelare è Cristo con i suoi insegnamenti, i messaggeri sono coloro che danno “testimonianza”.

Giovanni Battista, con la presenza al Giordano è un vero annunciatore di verità: non si sostituisce al Messia, né si ritiene come chi lo precede. Dichiara con umiltà e convinzione. di non essere degno “di slegare il laccio del sandalo”. Non si inorgoglisce della sua funzione, ma tutta la sua vita è dedita a proclamare la verità.
Con la sua vita, nell’episodio di Erodiade, dimostra la sua coerenza che gli costerà la vita.
Il Vangelo di Matteo racconta (4, 3-12):
“Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.”
Un fatto terribile per il peccato di Erode, per la perfidia di Erodiade, per la malvagità di una fanciulla, che, dando retta a sua madre, non ha timore di far uccidere un profeta”.
E’ una vera “testimonianza” perché, per la verità, dona la vita.

La luce che illumina

Cristo è il Messia atteso da molto tempo: verrà in termini umili, nella condizione di uomo, per rivelare il volto di Dio. La sua missione è stata già predetta dal profeta:
“mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l'anno di grazia del Signore.”
Fa impressione che la presenza di Dio si esprima con un’autentica azione di aiuto. Il Messia non vestirà gli abiti nobili del re e dei potenti del mondo, ma si adatterà al livello minimo di ogni creatura umana. Nato in un piccolo villaggio, cresce come i suoi coetanei e poi inizierà la sua missione, senza clamori e squilli di tromba.
Non gli importa di attirare l’attenzione su di sé: annuncerà invece il “regno promesso”. Ci saranno quanti lo seguiranno, ma accoglierà anche.

17 Dicembre 2017 – Anno B
III Domenica di Avvento
(1ª lett.: Is 61, 1-2. 10-11 - 2ª lett.: 1 Ts 5, 16-24  – Vangelo: Gv 1, 6-8. 19-28)