Discriminazione persone Down, anche Charlie Hebdo cade nella trappola
La vignetta del giornale satirico Charlie Hebdo con la scritta "Morano, la figlia down nascosta di De Gaulle"
La vignetta del giornale satirico Charlie Hebdo con la scritta "Morano, la figlia down nascosta di De Gaulle" |
ROMA - L’aggressione a Genova sull’autobus al giovane con sindrome di Down ecuadoregno; a Ferrara una mamma ritira la figlia dall’asilo nido al quale era scritta perché lì lavora un’assistente con sindrome di Down; e ancora, è di oggi, la vignetta del giornale satirico Charlie Hebdo che utilizza la Trisomia 21 come insulto. Alla vigilia della Giornata nazionale delle persone con sindrome di Down dell’11 ottobre 2015 promossa da CoorDown, parliamo di questo proprio con il presidente del Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down, Sergio Silvestre. Nei giorni scorsi, con il susseguirsi dei fatti, sono uscite posizioni di sdegno da parte di diverse associazioni attive sul fronte di diritti e dell’integrazione delle diversità. “Il nostro atteggiamento è diverso – dice il presidente di CoorDown -: siamo convinti che se ciò succede è perché c’è molta ignoranza, non vogliamo pensare ad atti volutamente discriminatori ma a una mancanza di informazione. Per questo ci impegniamo per una cultura sulle persone con disabilità. Da anni denunciamo nelle nostre campagne di comunicazione che esiste una mancata informazione sulle capacità che queste persone hanno”. Sull’aggressione di Genova dell’altro giorno “siamo andati a fondo – riferisce Silvestre -: si trattava di una persona che aggrediva tutti, già segnalata per questo, ed è stato solo un caso che abbia aggredito anche un ragazzo Down. Ovviamente non ci fa piacere che sia successo, però non vogliamo creare il caso perché non si voleva colpire la persona in quanto disabile”.
- Sul caso della signora che a Ferrara ha ritirato la bambina dall’asilo nido per la presenza di un’assistente Down, per Silvestre “è chiaro che la mamma non sa. I pregiudizi sono frutto dell’ignoranza. Nel suo bagaglio culturale quell’assistente è vista come una persona pericolosa. Su questa mamma è bene che qualcuno faccia un lavoro di informazione. Noi le stiamo scrivendo per chiederle di venire a conoscere le nostre associazioni e le invieremo materiale informativo. Abbiamo moltissime persone che lavorano nelle scuole materne e nei nidi – riferisce Sergio Silvestre – in tutta Italia, lavorano benissimo e Ferrara non può essere diversa. Anche mia figlia – aggiunge – ha lavorato in un asilo nido”.
Sulla vignetta di Charlie Hebdo, “come per molte cose che avvengono in rete, vogliamo considerarla un’azione di ‘troll’, una provocazione, con lo scopo non di far riflettere ma solo di incrementare le vendite del giornale. Se così non fosse, sarebbe una cultura che ci riporta indietro agli anni Venti e non lo voglio credere. Quindi, se noi facciamo il loro gioco facendo da megafono gli autori di sentono autorizzati a riprovarci la prossima volta. Condanniamo soprattutto il metodo usato. E’ gravissimo denigrare le persone, ma invitiamo a non indignarsi più di tanto, perché gli scopi del giornale sono altri”. (ep)