“Assistenti familiari”: nel nuovo contratto così cambiano colf e badanti
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ROMA - Chiamiamole “assistenti familiari”: perché le parole, quasi sempre , sono importanti. Ed è importante il riconoscimento di questo ruolo, di pari passo con la revisione del contratto di lavoro del lavoro domestico, grazie all'intesa raggiunta tra le associazione dei datori di lavoro (Fidaldo e Domina) e le organizzazioni sindacali dei lavoratori (Filcams Cgil, Fisascat Cisl, UILTuCS, Federcolf). Le nuove regole, che entreranno in vigore a partire dal 1° ottobre, riguarderanno circa 860 mila persone, italiane e straniere, regolarmente impiegate nel settore. Resta fuori, ovviamente, la folta schiera di lavoratori domestici “in nero”, che si stima oltre 1 milione. Ed ecco le principali novità.
Le parole per dirlo: assistenti familiari, educatori formati
La definizione, innanzitutto: colf, badanti e baby sitter saranno “assistenti familiari” e saranno inquadrate in quattro diversi livelli, a seconda del lavoro, della mansione e della responsabilità che hanno. La distinzione principale è tra coloro che si occupano della gestione della casa in generale, e chi si prende cura di altre persone all’interno della famiglia. All'interno di questa categoria professionale, nasce la figura dell’assistente educatore formato: si tratta di colui o colei che fornirà aiuto in più per chi ha l’esigenza di accudire, in casa, persone adulte e bambini in condizioni di difficoltà, con disabilità psichica o disturbi dell’apprendimento o relazionali.
I benefici per i lavoratori: aumenti, indennità e formazione
Oltre al riconoscimento come figura professionale, i lavoratori godranno di aumenti retributivi e indennità. Nello specifico, l’intesa raggiunta prevede innanzitutto un aumento di stipendio mensile di 12 euro per il livello “medio B super” dal 1° gennaio 2021 (questo innalza il minimo contrattuale per una persona convivente a 880 euro/mese). Questo livello, lo ricordiamo, riguarda coloro che prestano assistenza a persone autosufficienti (anziani o bambini), ivi comprese, se richieste, le attività connesse alle esigenze del vitto e della pulizia della casa ove vivono gli assistiti. Viene poi introdotto un sistema d’indennità, a partire già dal 1° ottobre, con un importo variabile tra 100 euro a quasi 116 euro, in aggiunta alla retribuzione minima, che spetta ai lavoratori che assistono bambini fino al 6° anno d’età e agli assistenti familiari che assistono più di una persona non autosufficiente. Infine, ai lavoratori in possesso della certificazione di qualità, è riconosciuta un’ulteriore indennità fino a 10 euro al mese.
Per quanto riguarda, la formazione, importante novità è il riconoscimento, per lavoratrici e lavoratori domestici con contratto a tempo pieno e indeterminato, con anzianità di almeno 6 mesi presso lo stesso datore di lavoro, del beneficio di 40 ore annue di permesso retribuito per la frequenza di corsi di formazione professionali, elevate a 64 ore annue nel caso il lavoratore decidesse di frequentare i percorsi formativi riconosciuti e finanziati dall’Ente bilaterale di settore, Ebincolf.
Le agevolazioni per le famiglie
In arrivo anche novità per le famiglie che assumono assistenti: il nuovo contratto infatti, tra l'altro, agevolazioni per le famiglie con persone non autosufficienti a carico e che abbiano bisogno di assumere una seconda badante per seguire queste persone 24 ore su 24 e sei giorni su sette. Chi invece ha necessità di assumere una badante notturna può versare i contributi previdenziali su un orario convenzionale di 8 ore, con una riduzione di 24 ore settimanali.
Aclicolf, “una grande conquista”
Per Giamaica Puntillo, segretaria generale di Aclicolf, “Il rinnovo del contratto del lavoro domestico, scaduto oramai da qualche anno, è un fatto di per sé molto positivo perché introduce delle importanti novità normative, tutelandone i salari e riconoscendo la professionalità delle tante persone impiegate in questo settore. Si tratta di una grande conquista per la categoria- aggiunge - che peraltro risponde alla realtà e ai bisogni delle famiglie, oltre a dare una giusta collocazione alle lavoratrici” e tra l'altro è una storica battaglia delle Acli Colf.