“Immigrato” di Checco Zalone. Razzismo o rovesciamento di stereotipi?
ROMA - Il nuovo film di Checco Zalone, “Tolo, Tolo”, uscirà il primo gennaio ma le polemiche sono già iniziate. Complice l’uscita del trailer volutamente provocatorio dal titolo “Immigrato”, dove un Zalone in versione Celentano, si confronta con lo spettro dell’invasione e, dal supermercato al semaforo, viene continuamente importunato fino a trovare lo straniero in casa, come amante della moglie.
Diversa l’opinione di Amin Nour, attore italiano, nato a Mogadiscio. “Io l’ho trovato divertente: la figura dell’immigrato viene ripetuta sempre dallo stesso attore per rappresentare l’idea dello straniero nell’immaginario collettivo: chiede soldi davanti al supermercato, alla pompa di benzina, ovunque. Chiede soldi, pesa sulla comunità, ‘leva il fatturato’ - sottolinea Nour -. Inoltre vedo capovolto anche il discorso sessista: di solito è la donna nera ad essere rappresentata come amante mentre qui l’idea è la donna italiana che sceglie un migrante. Alla base di tutto il trailer c’è questo capovolgimento. La presa in giro è continua ma aiuta a riflettere sulla guerra tra poveri, sul razzismo creato ad hoc”. Per Nour Zalone, vestito alla ‘Salvini’, con “atteggiamento finale da Duce", rappresenta tutte le paure sui migranti evocate in questi mesi. "C’è provocazione e c’è satira. Siamo in un periodi storico in cui ci prendiamo troppo sul serio - aggiunge - non si può pensare che solo i neri possano parlare dei neri, ognuno può dare il suo punto di vista e può fare ironia, non dobbiamo per forza gridare al razzismo. A me non ha dato fastidio, ho trovato buona la recitazione di Maurizio Bousso. Poi vedrò film, ma per ora mi sembra un video politicamente scorretto e ironico”.
“Io mi riservo di dire qualcosa quando uscirà il film. Devo dire che la donna "presa" da davanti e da dietro non mi sembrava una gag riuscitissima. Però so che tanti bravi professionisti afro hanno lavorato in questo film. Non credo si presterebbero ad un film brutto e stereotipato - sottolinea in un post la scrittrice Igiaba Scego -. Il punto per me non è se il film è razzista o no (mi sembra ovvio che no). Ma se il rovesciamento dello stereotipo sarà riuscito o meno. Se mi farà ridere come il politicamente scorretto di un Trevor Noah che in comicità su questo temi è un maestro. Vedremo. Sarà occasione persa o vinta? Confesso che sono curiosa”.