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Serena Cruz, la ragazza di origine filippina tolta 15 anni fa ai genitori adottivi illegali (i coniugi Francesco e Rosanna Giubergia di Racconigi, in provincia di Cuneo) per ordine del Tribunale dei minorenni di Torino, ha compiuto 18 anni e nel maggio 2004 ha deciso di lasciare la sua famiglia adottiva legale, i coniugi Nigro (che l’avevano chiamata Camilla: era approdata in quella casa, nell’Astigiano, dopo un periodo in comunità), per tornare dai Giubergia e dal “fratello” Nasario, filippino anche lui, adottato legalmente a un anno d’età prima dell’arrivo di Serena in Italia.
Per velocizzare le pratiche per l’espatrio e l’adozione, nel 1988 Francesco Giubergia ritorna in Italia dalle Filippine con la piccola, dichiarando che la bimba – abbandonata dalla madre naturale - era il frutto di una relazione extraconiugale con una filippina, e affermando che Serena (allora aveva 2 anni) era anche molto malata. Una violazione alla legge vigente sulle adozioni internazionali.
Nel 1989, quando scoppiò il caso, nacque anche un “Comitato per la difesa del minore Serena Cruz”, costituito dagli abitanti di Racconigi. Intorno alla vicenda nacquero manifestazioni, interrogazioni parlamentari, appelli al Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, un libro di Natalia Ginzburg, "Serena Cruz o della vera giustizia".
Nel 2002 fa Serena aveva già manifestato l’intenzione di tornare dai Giubergia. Ora vuole essere chiamata per nome: non Camilla, ma Serena. E di cognome? Non Giubergia, ma Nigro.