7 novembre 2011 ore: 12:58
Salute

Anziani: la malattia di Alzheimer

Secondo una stima dell'Adi (Alzheimer’s disease international), sono 36 milioni le persone nel mondo affette da demenza (erano 24 milioni nel 2009). La cifra sarebbe destinata a raddoppiare ogni 20 anni, raggiungendo i 66 milioni nel 20...

Secondo una stima dell'Adi (Alzheimer’s disease international), sono 36 milioni le persone nel mondo affette da demenza (erano 24 milioni nel 2009). La cifra sarebbe destinata a raddoppiare ogni 20 anni, raggiungendo i 66 milioni nel 2030 e i 115 nel 2050. I tre quarti dei malati nel mondo non ricevono una diagnosi, pertanto non possono beneficiare di trattamenti, informazioni e cure.
In Italia si contano un milione di malati, di cui 20 mila risiedono a Milano. Nel paese erano 650 mila nel 2009 e 500 mila nel 2006. 

I dati sono relativi al Rapporto mondiale Alzheimer 2011 e 2012 dell’Adi. Lo studio è stato curato da un’équipe di ricercatori coordinati da Martin Prince, docente all’istituto di Psichiatria del King’s College di Londra. Quasi tutti i casi di demenza, si legge nell'indagine – i cui sintomi sono l'alterazione della memoria, pensiero, ragionamento, linguaggio, orientamento, personalità e comportamento severo - sono stati riconosciuti e curati con grave ritardo.

La percentuale maggiore, seppure del 20-50%, dei casi diagnosticati in tempo si concentra negli stati ricchi. Mentre in quelli poveri, ciò accade soltanto per il 10% delle situazioni. 

La prevenzione. Molto spesso i sintomi dell'Alzheimer sono sottovalutati e fatti rientrare nel normale processo di invecchiamento dell'essere umano. Farmaci e trattamenti psicologici, si legge nel rapporto, migliorano le capacità cognitive, l'autonomia e la qualità di vita dei soggetti nella fase iniziale della patologia. Se la spesa mondiale per la demenza, che ammonta a più dell'1% del Pil globale (dati "Rapporto Mondiale Alzheimer 2010"), fosse un bilancio nazionale, corrisponderebbe a quello del diciottesimo tra i paesi più ricchi del mondo. Nei Paesi Bassi, dal 2002 il numero delle cliniche della memoria è quintuplicato, i pazienti sono aumentati di otto volte, mentre la quantità di diagnosi precoci effettuate è passata dal 5% al 27%. Nel Regno Unito, le diagnosi precoci rivelatesi efficaci sono salite del 63%. Continuano a rimanere più elementari e rudimentali gli strumenti di prevenzione adottati nelle zone povere del mondo. A causa del basso livello di alfabetizzazione, si fa largo uso di tecniche d'indagine basate su test cognitivi e domande informative.  


La recensione

Alzheimer: garantire alla persona quella dignità che la malattia toglie

Libri

- Alzheimer. Malato e familiari di fronte alla perdita del passato
- La malattia di Alzheimer. Comunicare la diagnosi 

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