20 febbraio 2002 ore: 17:23
Non profit

Babolin (Cnca): ''Non bastano retate ed espulsioni per arginare la prostituzione''

ROMA - “Il problema della prostituzione non si risolve con le retate o con le espulsioni di clandestine”. Con queste parole Lucio Babolin, vicepresidente del Cnca (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), ha commentato, dopo le retate e i rimpatri forzati dei giorni scorsi.
Dietro questa impostazione rigida, secondo il vicepresidente del C.N.C.A., c’è il “modello Rimini” proposto da don Benzi, “che ha provocato lo spostamento delle prostitute dalla riviera romagnola ad altre città, senza accompagnarle all’uscita dalla strada. Né va sottovalutato un fenomeno in espansione: se tolte dalla strada, le ragazze vengono spostate nelle case”.
Inoltre il rimpatrio “è una misura ingiusta se accomuna sfruttate e sfruttatore: le ragazze tornano al Paese di origine ulteriormente stigmatizzate dal loro contesto sociale, mentre gli sfruttatori si riciclano nella criminalità organizzata”. Per Babolin occorrono “non interventi unidirezionali, ma politiche più complessive sia in Italia che nei Paesi di provenienza delle donne ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi, che prevedano una serie di interventi: a partire dalla tutela della vita e della salute sulla strada, fino a progetti precisi sul piano sociale negli Stati da cui partono le ragazze”.
Finora il Governo, conclude Babolin, “si è limitato a spot sulla prostituzione, senza delineare un programma preciso”. Il C.N.C.A., e in particolare i gruppi impegnati in questo campo, chiedono alle istituzioni che vengano ricostituiti “i tavoli nazionali di concertazione con le associazioni operanti nel settore”.
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