8 aprile 2015 ore: 13:41
Immigrazione

Campi in cattivo stato e lontani dai servizi: è l’accoglienza per 8 mila rom e sinti a Roma

Sette villaggi della solidarietà, 5 centri di raccolta rom, 3 campi non attrezzati e circa 200 informali. Ecco dove vivono i quasi 8 mila rom e sinti di Roma. Sono oltre 2.100 i minori che vanno a scuola. Nonostante la Strategia nazionale di inclusione, però, si continuano a progettare nuovi campi
Tania/A3/Contrasto Campo Rom, donna in primo piano, roulotte

ROMA - Mancanza di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, condizioni igienico-sanitarie drammatiche, spazi inadeguati e asfittici, unità abitative in grave stato di deterioramento e al di sotto degli standard internazionali in tema di alloggio adeguato. Sono le condizioni in cui versano i 7 “villaggi della solidarietà” presenti a Roma nel 2014. Al loro interno, in case container, bungalow e roulotte (a volte privi di cucina e bagno) abitano circa 4.300 rom suddivisi in 765 famiglie, tra cui 2.095 minori. La caratteristica che accomuna queste “tipologie abitative” è la lontananza dai servizi (uffici postali, negozi di generi alimentari, stazione ferroviaria, fermate dell’autobus, farmacie, ospedale). I “villaggi della solidarietà” sono infatti situati nelle periferie della Capitale e, anche quando si trovano all’interno del Grande Raccordo Anulare, sono comunque in zone isolate: in media distano più di 2 km dalla prima fermata di autobus, oltre 3 km dalle poste e dal mercato più vicino. Inoltre, al loro interno sono carenti o totalmente assenti gli spazi riservati ai bambini, come ludoteche o spazi gioco. In alcuni insediamenti il sistema di videosorveglianza non funziona e, a parte due villaggi, nessuno è dotato di un presidio sanitario e dispone di un’area adibita al deposito e al trattamento del materiale ferroso e non, necessario per le attività economiche di molte famiglie.

A questi si aggiungono 5 “centri di raccolta rom” (che per collocazione, organizzazione e gestione sono simili ai villaggi) in cui nel 2014 vivono circa 1.000 rom, di cui poco meno della metà sono minori, 3 campi attrezzati (storici, abitati da decenni e in cui, in alcuni casi il Comune eroga un servizio di accompagnamento scolastico) e circa 200 informali (micro insediamenti abitati prevalentemente da rom rumeni) in cui risiedono circa 2.500 rom e sinti in emergenza abitativa. In totale, nel 2014 sono quasi 8 mila i rom e i sinti che vivono a Roma in spazi invisibili alla maggior parte della popolazione e destinati ad accogliere nuclei familiari su base etnica. Poco più di mille quelli interessati da uno dei 34 sgomberi forzati documentati nella Capitale nel 2014.

I minori. Sono 2.112 i minori rom e sinti e 12 gli insediamenti coinvolti nel servizio di scolarizzazione organizzato dal Comune di Roma (dati Dipartimento servizi educativi e scolastici di Roma Capitale, 2014): 1.763 vivono in villaggi della solidarietà, 122 in centri di raccolta e 227 in campi non attrezzati. Sono 4 le organizzazioni che se ne occupano (Arci solidarietà, Cooperativa sociale Eureka 1, Cooperativa sociale Ermes, Associazione Casa dei diritti sociali) e 31 le linee dell’Azienda dei trasporti urbana coinvolte. In totale, per il servizio di scolarizzazione il Comune ha speso oltre 3,2 milioni di euro, compreso il trasporto scolastico.

Da nomadi a rom. Dall’8 aprile 2014 nei documenti ufficiali è stato eliminato il termine ‘nomadi’ e l’Ufficio Nomadi di Roma è diventato Ufficio, rom, sinti e camminanti. Una decisione presa dal sindaco Ignazio Marino che, nella circolare firmata in occasione della Giornata internazionale dei rom e dei sinti dello scorso anno, ha scritto: “Credo che uno dei fattori centrali per superare le discriminazioni sia quello culturale, affinché l’approccio metodologico di tipo emergenziale possa essere abbandonato a favore di politiche capaci di perseguire l’obiettivo dell’integrazione”. Sempre nel 2014, la Regione Lazio ha istituito il Tavolo regionale per l’inclusione e l’integrazione sociale delle popolazioni rom, sinti e camminanti (previsto dalla Strategia nazionale di inclusione del 2012), coinvolgendo 24 organizzazioni. All’istituzione non è ancora seguita nessuna riunione.

Superare i campi. A dicembre, pochi giorni dopo l’avvio dell’Operazione Mondo di mezzo portata avanti da Ros e Carabinieri che ha portato a indagare 101 persone e ad arrestarne 37 e che ha scosso il mondo dell’associazionismo che si muove intorno al ‘sistema campi della Capitale, Marino ha dichiarato di essere al lavoro per “superare definitivamente e in maniera strutturale il sistema dei campi rom nella Capitale che oltre alla violazione sistematica dei diritti, evidenziata anche dalla Commissione europea, comporta un esborso inaccettabile di rsiorse pubbliche”. Basta pensare che, nel 2013, il Comune ha speso oltre 22 milioni di euro per mantenerli. Ciononostante, a fine anno il Comune ha emesso un bando da 600 mila euro per la manutenzione di 3 villaggi della solidarietà per migliorare la qualità di vita delle persone che ci vivono. Inoltre, nel 2014, sono stati progettati 2 nuovi insediamenti per soli rom. (lp)

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