13 febbraio 2015 ore: 13:58
Giustizia

Chiude “Sosta Forzata”, il giornale del carcere di Piacenza

Sospese le attività di redazione dopo 11 anni di vita. Carla Chiappini, direttore responsabile: “Tanto rammarico. Ora speriamo che non si interrompa il bellissimo dialogo che avevamo instaurato tra le persone recluse e quelle libere”
Carcere. cancello

PIACENZA – Dopo 11 anni di vita, la direzione del carcere di Piacenza Le Novate ha sospeso l’attività di redazione di “Sosta Forzata”, il giornale della casa circondariale. “Sono molto rammaricata”, commenta Carla Chiappini, direttore responsabile della pubblicazione. Al momento, non sono ancora state fornite motivazioni ufficiali: sta di fatto che l’ultimo numero uscito è quello dello scorso dicembre.

“Sosta Forzata” è nato come allegato del giornale diocesano “Il nuovo giornale”. Una tiratura di 4.500 copie, sul quale scrivevano una media di 20 detenuti all’anno. “Il nostro obiettivo è sempre stato il dialogo tra i cittadini reclusi e i cittadini liberi. Un dialogo che nascesse dall’idea di confronto, che ponesse occhi e orecchie delle persone libere di fronte ad altre storie”. Persone che facevano fatica a scrivere nella loro lingua che si sono forzate – e sforzate – a scrivere in italiano. A raccontare prima a se stessi e poi agli altri la propria storia, con i propri limiti ed errori. A raccontare la loro vita in una città in cui vivono ma che non conoscono. Niente lamentele, recriminazioni e rabbia: “Su questi temi abbiamo sempre discusso molto”. Il dialogo con le scuole, l’università, l’istituzione di un premio letterario (Parole oltre il muro – Stefania Manfroni, riservato ai detenuti e alle detenute della casa circondariale di Piacenza): “Abbiamo messo in moto un meccanismo molto articolato, senza mai creare conflitto”. 

“Sosta Forzata” usciva 3/4 volte all’anno: “Raccoglievamo persone di culture anche molto diverse, avevamo un grandissimo turnover. Rispettare le scadenze non era facile. Il primo passo che ogni volta facevamo era instaurare un clima di dialogo e fiducia, senza il quale nessuno sarebbe stato disposto a condividere con altri i propri pensieri”. 2 ore alla settimana di attività di redazione, senza computer ma prendendo pagine e pagine di appunti. Un enorme lavoro sulle parole, sul loro significato nelle varie lingue, perché fosse compreso da tutti: “Per un bel po’ abbiamo anche collaborato con il magazine ‘Terre di Mezzo’. Per loro abbiamo creato una specie di vocabolario delle parole del carcere”.

E adesso che succede? “La speranza è che non si interrompa il bellissimo dialogo che avevamo instaurato tra le persone recluse e quelle libere. E che si possa trovare un modo per riaprire questo lavoro, che a Piacenza aveva generato tanti frutti”. 

I numeri. La Casa circondariale di Piacenza è diretta da Caterina Zurlo. Al 31 luglio 2014 ospitava 327 detenuti (403 i posti massimi regolamentari). Secondo i dati più recenti forniti dal Sappe, il Sindacato autonomi di Polizia penitenziaria, nelle carceri dell’Emilia-Romagna nel 2013 ci sono stati 811 gesti di autolesionismo e 126 casi di tentato suicidio. Maglia nera proprio a Piacenza, con 235 gesti di autolesionismo e 36 di tentato suicidio. (Ambra Notari)

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