2 aprile 2001 ore: 11:35
Economia

Chiude via Barzaghi: altre 140 persone senza dimora. E il Centro di aiuto del Comune non ha un ruolo

MILANO – Sabato scorso a Milano, via Barzaghi, a fianco del Cimitero Maggiore, estrema periferia nord. Escono per l'ultima volta dalla struttura della Protezione Civile le 140 persone, italiani e stranieri, uomini e donne, che vi hanno trovato riparo per l'emergenza freddo, da dicembre ad oggi. Tutti portano un bagaglio, chi un sacco della nettezza urbana, chi una borsa da avvocato, chi un'elegante valigia. Ma il fardello più pesante è una domanda: dove andremo a dormire stanotte?
Il primo a uscire è uno straniero: sibila che non sa dove andare e se ne va. Seguono un giovane e un anziano, divisi dall'età, accomunati da una certezza: stasera si torna a dormire in strada. Tocca a Riccardo, cinquant’anni, qualche problema psichiatrico, approfondito dalla vita in strada. Un altro italiano esce con gli occhio pesti: "Dove vado? Fra poco qui". Indica il cimitero. "Pessimista? Sono sempre pessimista". Tocca a due ragazzi marocchini: "Siamo qui per lavorare. Ci ha chiamati uno sponsor (un imprenditore che richiede lavoratori immigrati, ndr), ma non siamo ancora riusciti a iniziare. Stasera dovremo arrangiarci in qualche modo". Una ragazza saltella via contenta: "Da stasera dormo in casa. Mi ospita un amico". Giovani o di mezza età, molti si scagliano contro i politici. I paradossi si sprecano: "La colpa è di D'Alema e della sua banda", sbraita un ragazzo. Ironia della sorte: i soldi che sono arrivati a Milano per i senza dimora sono stati erogati da un'ordinanza che prende il nome dell'ex Presidente del Consiglio. Anche chi se la prende con il Comune di Milano sbaglia ritornello: "Il Comune pensa solo agli stranieri. Danno tutto agli zingari".
Un uomo rosso in viso azzarda rassegnato: "Da oggi le stazioni tornano piene". La processione di mal risvegliati si conclude. Rimane un anziano francese che dichiara: "Mi hanno mandato via dal dormitorio perché ho più di 75 anni. Dove dovrei andare, adesso?". Cosa ne sarà delle sale con i letti allineati metro per metro e le coperte marroni. Gli operatori della Protezione Civile spiegano: "Adesso il centro è riservato alle emergenze, come l'arrivo improvviso di profughi". Nessuno ha nominato, tra i servizi che possono fornire orientamento, l'ufficio comunale in stazione Centrale. Molti non sanno neppure della sua esistenza. Ma davvero 140 persone adesso dormiranno in strada? Già, il Centro d’aiuto del Comune di Milano, nell'ingresso della stazione Centrale. Il fiore all'occhiello dell'assessorato ai Servizi Sociali, che in una recente conferenza stampa ne ha enunciato gli indubitabili pregi e ha rivendicato il merito di aver creato una vasta rete di servizi con il volontariato. Da gennaio 2000 il Comune ha avuto a disposizione 4,2 miliardi di lire dello Stato per progettare e realizzare centri di accoglienza e altri servizi per far fronte all'emergenza freddo. Se si chiede da dormire, un’operatrice risponde, gentile e costernata, che a Milano non c'è posto per nessuno. "Il dormitorio pubblico di viale Ortles – spiega - ha usato i pochi posti ancora disponibili per alcune situazioni di emergenza che vengono dal ricovero della protezione civile in via Barzaghi". Anche via Brambilla (la scuola tenuta aperta dalla Caritas questo inverno per gli emarginati ndr) risulta piena. (ma)
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