Cresce il consumo in Friuli Venezia Giulia, soprattutto tra giovani e donne
Alcolismo: ragazzi bevono in un locale
TRIESTE – Crescono i consumi di alcol in Friuli Venezia Giulia, in particolare tra i giovani e le donne. Il vino resta la bevanda preferita, anche se la birra rimonta nella classifica delle preferenze. Non si beve più a tavola per accompagnare i cibi, ma lo si fa per “sballare”. È questo lo scenario tratteggiato dal rapporto sull'alcoldipendenza presentato alla III Commissione del consiglio regionale. I dati, che prendono in esame il triennio 2001-2004, sono stati raccolti con il contributo delle unità operative alcologiche dei Dipartimenti delle dipendenze delle sei Asl, dei Sert, delle associazioni di volontariato e del privato sociale, dell'Agenzia regionale della sanità e della Direzione regionale della salute.
Il Nordest, ormai è risaputo, è l’area d’Italia in cui si consumano maggiormente alcolici e, in questo quadro, il Friuli si colloca in graduatoria dopo Veneto, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna. Ma, se si tiene conto dell'abitudine a bere alcol fuori dai pasti, allora la regione supera tutte le altre e guadagna il primo posto (con il 13,6% della popolazione).
Entrando nel dettaglio dei dati, si diceva che il vino resta la bibita più apprezzata da persone con problemi alcolcorrelati (55,3%), seguito da birra (25,3%), superalcolici (9,4) e altre bevande (9%). Tentando invece una divisione di genere emerge che, mentre gli uomini scelgono perlopiù il vino (56,2%), le donne preferiscono i superalcolici (12,4 rispetto all'8,8% dei maschi).
Ma dalla relazione si evince anche un dato allarmante: non c'è tossicodipendente che non associ sostanze illecite all'alcol. A fronte di ciò, esiste una rete di servizi pubblici (17 ospedali e 6 servizi di alcologia) e privati (358 realtà associative) che si muovono per contrastare il fenomeno. Secondo i dati, i nuovi utenti dei servizi di alcologia nel solo 2004 sono stati 2.256 (nel triennio 13.636 persone di cui 11.259 uomini e 2.377 donne) con un aumento dei casi di oltre l’8% all'anno, mentre i privati hanno in trattamento circa 5.000 persone. Gli interventi più frequenti sono stati il counseling, i trattamenti ambulatoriali e di gruppo, l’inserimento in gruppi di auto-aiuto e i ricoveri ospedalieri.
Ma di alcol si può anche morire: in regione in tre anni sono decedute 5.964 persone. Nel solo 2003, a Trieste e provincia il tasso di mortalità è quasi il doppio - 553 casi - rispetto a quello nelle altre Asl. E a morire, a Trieste, sono soprattutto le donne ultraottantenni. Infine, l'allarme-incidenti stradali: i problemi alcolcorrelati costituiscono la prima causa di morte dei giovani tra i 18 e i 25 anni. Nei fine settimana del 2004 si sono verificati 6.488 incidenti e sono decedute 358 persone: almeno 100 hanno perso la vita per cause correlate all'uso di alcol. (Giorgia Gay)
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