Dou Dou Diouf, dal Senegal alla Vucciria: "la mia musica è accoglienza"
PALERMO - Ama moltissimo la Sicilia e Palermo, dove vive da 7 anni, soprattutto per il modo in cui ha sempre accolto le persone che vengono da ogni parte del mondo. E' Doudou Diouf, musicista e ballerino senegalese di 52 anni, ormai conosciuto nel capoluogo siciliano come colui che divulga la cultura africana con i ritmi e le danze che vanno dal Senegal al Mali, dalla Guinea alla Costa D’Avorio. Dallo scorso 15 dicembre ha aperto il locale Ciwara, nel cuore del mercato storico popolare della Vucciria, dove si ascolta il DouDou Group, gustando piatti tipici africani.
L'artista, 15 anni fa per la prima volta era arrivato a Catania per raggiungere alcuni suoi familiari. Alla scadenza del visto era poi ritornato in Senegal dove ha lavorato sodo per riuscire ad avere i soldi necessari ed i documenti che gli permettessero, 7 anni fa, di arrivare prima di nuovo a Catania e poi a Palermo per fare il musicista. DouDou oggi con la sua chitarra, danza e canta in wolof e in francese parlando di vita e di tradizioni culturali africane insieme agli altri musicisti che lo accompagnano con il basso, i tamburi africani e le congas.
"Quando parliamo di immigrazione - dice senza mezzi termini - la soluzione è soltanto quella di aprire le porte per esserci sempre per tutti, come fanno i palermitani e come faccio io ogni giorno. Per vivere bene si può solo rispettare e accogliere senza calpestare nessuno. Chi, in questo momento storico non lo fa, per interessi politici, prima o poi pagherà il prezzo di questa chiusura che porterà sempre brutte conseguenze". "Io non sono arrivato in barca ma in maniera regolare perché ho lavorato 13 anni in Senegal per fare un passaporto per andare in Italia. Prima si poteva fare mentre adesso purtroppo questo non è più possibile nei paesi africani perché l'Europa ha dato direttive precise alle ambasciate. Di conseguenza tutto è diventato difficilissimo costringendo tanti africani a muoversi in maniera irregolare e creando molta confusione. Chi chiude però le frontiere non potrà fermare mai le persone africane che, proprio per le grandi difficoltà che vivono (guerra, dittature e povertà), troveranno sempre nuove strade anche a rischio della loro vita pur di arrivare in Italia e in Europa. In Senegal non c'è guerra ma esiste tantissima povertà causata da un sistema politico dittatoriale sbagliato. Chi parte ha bisogno di cambiare vita".
A Palermo, dopo qualche difficoltà iniziale Doudou è stato subito accolto diventando oggi una icona africana conosciuta e cercata da tutta la città. "La vita in Africa è fatta di musica e danza. La mia passione forte è quella di ballare, cantare e suonare. Non ho studiato la musica ma la sento profondamente con tutta la sua energia ed i suoi ritmi fin da quando ero bambino. Attraverso questa esprimo tutto me stesso mettendo a nudo tutta la mia identità culturale. Dopo i primi anni di impegno che non sono stati facili, i palermitani hanno a poco a poco apprezzato la mia arte, iniziando a chiamarmi per fare diversi spettacoli".
"Da quattro anni ho una scuola di percussioni e danze aperta a tutti - continua -. Il percorso musicale che propongo è quello di fare uscire fuori, proprio attraverso i ritmi africani, la parte più spontanea ed espressiva delle persone che spesso è nascosta da tante barriere culturali e sociali. Ho suonato anche nei centri di accoglienza che accolgono giovani immigrati. Faccio anche teatro e musica nelle scuole con uno spettacolo che si chiama 'la mia Africa'. I bambini sono meravigliosi perchè non hanno pregiudizi, non hanno paura e come prima cosa sono desiderosi solo di conoscerti. Ecco penso che dovremmo proprio partire dai bambini per migliorare la nostra società".
A dicembre Doudou ha deciso di affittare un locale per aprire il ristorante Ciwara dove offre musica e cibo africano. "Ciwara è una parola del Mali - aggiunge - che si scompone in ci che significa luogo del lavoro (campo di coltivazione) e wara che invece è un animale forte come un leone della mitologia africana. Da ciò Ciwara significa la bestia del lavoro cioè la forza del lavoro. Dentro la Vucciria mi trovo molto bene perchè ho fatto io il primo passo aprendo subito con il sorriso ed il rispetto la porta del mio locale agli abitanti e ai commercianti del mercato. Per me siamo tutti in una stessa casa e il locale non è mio ma di chi lo vuole frequentare".
"Purtroppo l'essere umano molte volte calpesta chi è più debole e più fragile ma tutto questo porta solo a brutte cose - conclude infine -. Oggi non ci possono essere più separazioni tra un popolo ed un altro perché siamo tutti cittadini del mondo. L'integrazione vera porta sempre di più alla creazione di gruppi misti composti da persone originarie di diversi Paesi. Già a Palermo, al di là delle parole sono i fatti a dimostrare che a Ballarò come alla Vucciria c'è una popolazione mista che convive pacificamente. Dentro la Vucciria siamo tutti un'unica famiglia e accogliamo con la musica i turisti di tutto il mondo che si sentono a casa loro. Solo con la conoscenza dell'altro e della sua cultura si può combattere concretamente sfiducia, insicurezza e razzismo. La gente se impara a conoscerti, si apre a poco a poco, allontanando tutte le chiusure che costruisce la politica. Così come facciamo in Africa, pur con i tantissimi problemi che abbiamo, la poca fiducia nell'altro si combatte solamente con il volersi bene attraverso lo stare insieme nel corpo e nello spirito e quindi valorizzando sguardi, sorrisi, abbracci e strette di mano. Io lo faccio anche con la musica ma si può fare pure attraverso altre forme di arte. Il futuro si costruisce solo tutti insieme". (set)