Droghe: "crollano gli ingressi in carcere, aumentano le misure alternative"
ROMA – Crollano gli ingressi in carcere per violazione della legge antidroga, calano i detenuti per detenzione di sostanze stupefacenti e diminuiscono, anche se in maniera più contenuta, gli ingressi di tossicodipendenti nei penitenziari. È quanto afferma il Libro Bianco sulla legge sulle droghe presentato questa mattina al Senato da La Società della Ragione, Antigone, Cnca, Forum Droghe e sostenuto dalle associazioni del Cartello di Genova. Un testo che fa il punto su droga e carcere dopo che il 12 febbraio 2014 la Corte Costituzionale ha abolito la legge Fini-Giovanardi, sancendo il ritorno alla legge Iervolino-Vassalli con le modifiche introdotte con il referendum del 1993 e quelle successive introdotte dal decreto Lorenzin. Secondo gli autori, “i dati raccolti in questo libro bianco dimostrano che l’obiettivo perseguito dalla legislazione antidroga italiana, enfatizzato dalla legge Fini-Giovanardi, di contrarre i consumi delle sostanze illegali attraverso un inasprimento punitivo non è mai stato raggiunto, risolvendosi in pura e inutile repressione del consumo e della piccola criminalità che vive dello spaccio al minuto delle droghe illegali”.
Dimezzati gli ingressi in carcere per droga. I dati più significativi registrati ad oggi riguardano gli ingressi in carcere per violazione della legge antidroga in rapporto al totale degli ingressi. “Nel 2006 (anno di entrata in vigore della legge Fini-Giovanardi) i detenuti entrati in carcere per violazione dell’art. 73 (detenzione di sostanze illecite) della legge antidroga sono stati 25.399 (su un totale di 90.714); nel 2008 erano saliti fino a 28.865 (su 92.800); da allora vi è stata una forte diminuzione in termini assoluti degli ingressi in carcere per violazione della normativa antidroga, in relazione ad una altrettanto consistente diminuzione degli ingressi complessivi: nel 2013 (dopo l’abrogazione per via costituzionale della Fini-Giovanardi) sono state incarcerate per violazione dell’art. 73 solamente 18.151 persone (su un totale di 59.390); nel 2014 si è scesi a 13.972 su 50.217 ingressi”. Un calo che coincide in parte con l’effetto dovuto alla sentenza della Corte europea dei diritti umani sul caso Torreggiani. Secondo il Libro bianco, infatti, la riduzione di ingressi per droga “fa la parte del leone”. Andando a guardare le percentuali, infatti, gli ingressi in carcere per violazione dell’art. 73 sul totale degli ingressi del 2014 fanno registrare una flessione di oltre due punti percentuali rispetto all’anno precedente, ma rispetto al 2012 il calo è di oltre 4 punti percentuali: si passa dal 32 per cento del 2012 al 28 per cento del 2014. "Il dato e` il piu` basso dal 2006 - spiega il testo -, e per la prima volta dopo 6 anni si scende sotto la fatidica quota del 30 per cento. Solo un anno fa il dato era del 30,56 per cento, mentre il picco era stato registrato nel 2012 con il 32,47 per cento".
Cala il numero di detenuti per droga. Anche i dati delle presenze in carcere parlano chiaro. “Al 31 dicembre 2014 erano 17.995 i detenuti ristretti in violazione dell’art.73, pari al 33,56 per cento, mentre solo un anno prima erano 23.346, pari al 37,33 per cento – si legge nel testo -. Se si analizzano i dati in sequenza, si può osservare un costante calo sia in termini assoluti che in termini percentuali dal 2010 al 2014; se prima circa 4 detenuti su dieci erano ristretti ex art.73, ora si è più vicini ai 3 detenuti su 10 o, per essere più precisi, a un detenuto su 3. Come abbiamo sempre sostenuto, la legge sulle droghe determina il sovraffollamento penitenziario e le sue possibilità di contenimento”. Nonostante le difficoltà di calcolo dovute alla mancanza di dati ufficiali del ministero della Giustizia sugli effetti della sentenza della Corte costituzionale sulla Fini-Giovanardi, secondo gli autori del Libro Bianco è possibile comunque fare delle stime. “I dati a nostra disposizione ci consentono di dire che se nel corso di un anno la popolazione detenuta è diminuita di quasi 9 mila unità, per circa il 60 per cento, pari a 5.500 unità ciò è stato determinato dalla riduzione delle presenze legate alla detenzione di sostanze stupefacenti”.
Lieve calo anche per gli ingressi in carcere di tossicodipendenti. Secondo il Libro bianco sono diminuiti, anche se di poco, sia in termini assoluti che relativi. “Dopo 5 anni in cui la percentuale di ingressi di tossicodipendenti è stata superiore al 28 per cento, con un picco del 29,52 per cento nel 2008 – si legge nel libro bianco -, già dal 2013 si era tornati sotto detta soglia, registrando un 27,85 per cento. Nel 2014 continua la flessione, con i soggetti tossicodipendenti che rappresentano il 27,5 per cento dei detenuti entrati in carcere”. Stabile da sei anni, invece, il numero di tossicodipendenti detenuti: lo è circa uno su quattro. Nel 2014 sono 13.205.
Dal Libro bianco, inoltre, emerge che quasi la metà delle violazioni della legge antidroga e` per cannabinoidi. "Sarebbe a dire le sostanze meno nocive per i consumatori e meno remunerative per le narcomafie - spiegano le associazioni -. Emergono anche da questo punto di vista tutti i limiti della repressione penale: la stragrande maggioranza delle segnalazioni e` per violazione dell’art. 73. La ben piu` grave condotta punita dall’art.74 (associazione finalizzata al traffico di stupefacenti) riguarda poco piu` del 10 per cento del totale delle segnalazioni. Anche questo e` un pesante indizio di quanto la legislazione antidroga punti verso il basso, sia cioe` indirizzata contro consumatori e spacciatori al minuto senza alcun reale rischio per i consorzi criminali piu` organizzati". Oltre 31 mila, inoltre, le persone segnalate alle prefetture per consumo, "il risultato piu` basso degli ultimi 8 anni, in netto calo rispetto alle 39.100 del 2013", commentano gli autori del Libro bianco, mentre diminuiscono anche le sanzioni amministrative per il consumo di sostanze illegali. Secondo il Libro bianco, infatti, nell’ultimo anno si è avuto un calo di 2.657 sanzioni inflitte: da oltre 16 mila nel 2013 a più di 14 mila nel 2014. Il dato che fa “preoccupare”, però, è quello delle richieste di programma terapeutico, “in caduta libera da quando fu introdotta la legge Fini-Giovanardi”, spiega il testo. “Nel 2007 vi furono 3.008 richieste – si legge nel Libro bianco -, sette anni dopo, le richieste sono solamente 107, per un calo shock del 96,45 per cento, tanto che si può ormai ufficialmente affermare che la segnalazione al prefetto (e quindi ai servizi) non ha alcuna funzione terapeutica, ma solo ed esclusivamente sanzionatoria”.
Infine le misure alternative, che nel 2015 tornano ai livelli antecedenti la Fini-Giovanardi. "Dopo il crollo nell’erogazione di misure alternative dovuto all’entrata in vigore della legge Fini- Giovanardi, i numeri sono costantemente in crescita - spiega il Libro bianco -. I dati sono di nuovo in linea con quelli fatti registrare prima del 2006. In un anno (tra il 1/1/2006 e il 1/1/2007) si era passati da un totale di 23.394 misure alternative applicate a 4.116. Il dato piu` recente, del 31/05/2015, e` di 26.234". A cambiare è anche il rapporto tra affidamento in prova e detenzione domiciliare. "Se prima dell’entrata in vigore della Fini-Giovanardi vi era un rapporto di 3 a 1 - spiega il testo -, oggi i numeri sono piuttosto simili: per 12.581 affidamenti in prova ci sono 9.712 detenzioni domiciliari".