Gioia Tauro, una chiesa su un terreno confiscato alla ‘ndrangheta

GIOIA TAURO - Una chiesa dedicata a San Gaetano Catanoso sorgerà a Gioia Tauro sul terreno confiscato alla ‘ndrangheta che da anni ospita una cappella intitolata allo stesso Santo ed allestita in una tendopoli. Alla presenza di numerose autorità stamattina si è svolta la posa della prima pietra.  Il terreno dove sarà edificato l’edificio di culto è stato confiscato alla famiglia Piromalli. Nel comune gioiese sussistono 93 beni confiscati, di cui 75 già consegnati, 5 ancora in gestione al Demanio, 13 destinati ma non consegnati. Un dato secondo solo a quello del capoluogo di Reggio, prima provincia calabrese con 204 beni confiscati, e primo rispetto agli altri comuni della provincia seguito dai 58 beni a Marina di Gioiosa, dai 53 a Giffone e dai 52 a Rosarno. Gioia Tauro è anche la sede della prima cooperativa calabrese sorta sui terreni confiscati nel 2004. Si tratta della “Valle del Marro”,  cui sono stati assegnati svariati ettari di terreno adibiti ad agrumeti ed uliveti, appartenuti rispettivamente alle famiglie Piromalli e Mammoliti. Esistono nel comune pianigiano anche altre realtà di riutilizzazione come il palazzo, oggi, sede della Guardia di finanza e l’esercizio commerciale sulla strada Nazionale accanto alla tendopoli che presto diverrà una chiesa. Tutti beni confiscati alla famiglia Piromalli. Sulla stessa strada principale, è stato confiscato l’intero palazzo della famiglia Molè, sito nel centro di Gioia Tauro, di cui un appartamento è stato adibito a sede della scuola di alta formazione della diocesi. (msc)