Giudici onorari, i precari della giustizia: “Cinque euro a udienza"
MILANO – Sono 1284 sparsi nei tribunali e nelle questure di tutta Italia. Guadagnano 5 euro netti per ogni udienza di convalida che celebrano mentre per le sentenze sono pagati a cottimo: 56,82 euro lordi a provvedimento. I magistrati onorari coprono il 65 per cento degli affari civili in primo grado e l'80 per cento del penale nel ruolo di Vpo, vice procuratore onorario. Vengono controllati dal Consiglio superiore della magistratura ma non hanno diritto di voto o rappresentanza all'interno dell'organo di autogoverno della magistratura. Sono i precari della giustizia. Dipendenti dello Stato italiano a tutti gli effetti ma senza ferie, malattia, maternità, previdenza. “Quando ho avuto le mie figlie ho rinunciato all'allattamento per tornare in udienza – dice Maria Flora Di Giovanni, Presidente dell'Unione nazionale Giudici di Pace (Unigipa), unico organo sindacale di rappresentanza di categoria –: Mi sono pagata negli anni una previdenza complementare ma ho dovuto chiedere la liquidazione dei soldi per pagare gli studi alle mie figlie”. La Corte di giustizia europea ha già redarguito l'Italia per il trattamento che riserva loro, minacciando ulteriori provvedimenti come la procedura d'infrazione contro l'Italia. “La pregiudiziale più pesante è stata sollevata pochi mesi fa ed è la settima – spiega ancora Di Giovanni –. Riguarda il fatto che noi siamo giudici europei e quindi l'Unione non può tollerare che il diritto europeo sia applicato da un giudice precario senza garanzie”.
Si occupa di tutto la magistratura onoraria: “Cause condominiali sul regolamento, distanza delle siepi, recupero crediti, sanzioni amministrative che a Milano fanno il grosso del carico di lavoro. Pensate solo all'Area C e alle zone a traffico limitato per la circolazione delle automobili o al rilevatore di velocità che ha fatto una strage di multe in viale Fulvio Testi: in quei settori piovono 2-3mila ricorsi l'anno”, racconta l'avvocato Antonio Velardi, giudice di pace nel capoluogo lombardo. “Per il danno stradale decidiamo sulle cause fino a 20 mila euro in primo grado” spiega ancora. Ma non si occupano solo di risarcimenti. È dai tempi delle leggi Turco-Napolitano e poi Bossi-Fini sull'immigrazione che, prima i pretori e poi i giudici di pace, decidono anche sulla libertà delle persone. Si celebrano davanti a loro le udienze di convalida per le espulsioni degli stranieri irregolari o per la detenzione amministrativa nei centri per rimpatri ed espulsioni. “Nelle regioni più sensibili alle infiltrazioni criminali – aggiunge ancora Maria Flora Di Giovanni – ci vanno i Got (Giudice onorario di tribunale ndr) e i Vpo (Vice procuratore onorario ndr) in udienza anche per i procedimenti più gravi come rapine, furti, spaccio di droga, che spesso sono connessi ad associazioni per delinquere. Ci sono magistrati onorari che hanno subito minacce serie come le macchine bruciate”.
Il futuro della categoria è incerto. La riforma della giustizia dell'ex ministro Orlando è andata a toccare proprio alcuni punti chiave dei giudici non togati: verrà eliminato il pagamento a cottimo e sostituito da uno stipendio fisso di 12mila euro lordi annui, poco più di 6-700 euro netti al mese. “Dal 2021 le nostre competenze saranno triplicate – dice ancora la Presidente di Unigipa – per esempio con estensione tutta la procedura mobiliare per un valore fino a 100 mila euro”. “Significa attribuzione esclusiva sui pignoramenti di beni mobili” dice Velardi. Che vanno ad aggiungersi alla competenza esclusiva anche su tutto il condominiale. “Il Presidente del Tribunale di Milano, Roberto Bichi, ha già detto che così il 50 per cento del carico di lavoro del tribunale monocratico si riverserà sul giudice di pace”. Dall'altro lato però la riforma ha finalmente introdotto una forma di previdenza: “Ci saranno le coperture Inail e Inps, anche se si discute chi le debba versare e in che proporzione – chiarisce Velardi –. Inoltre si è stabilito che chi lavora da 15-20 anni in proroga, perché sulla carta si potrebbe fare il magistrato onorario solo per 8 anni, avrà la possibilità di arrivare fino all'età pensionabile: in un certo senso per quelli come si è messa la parola fine alla precarietà temporale, non a quella economica”. Quest'ultima però si sente. Perché gli avvocati e i notai prestati alla magistratura chiaramente non possono esercitare nella città dove giudicano: “Non puoi vestire un giorno i panni del giudice e il giorno dopo quello dell'avvocato nello stesso tribunale” spiega Di Giovanni. Un fattore che però limita e di molto la possibilità di affiancare la seconda professione. Ed è proprio questo il motivo per cui “molti dei colleghi di Milano si sono cancellati dall'albo” afferma Velardi mentre lui continua a esercitare nei ritagli di tempo sulle province di Monza, Lodi e Lecco.
“Per risolvere a regime il problema del precariato in magistratura – dice la Presidente di Unigipa – servono circa 100 milioni di euro: 30 sono stati stanziati quest'anno e ne mancano 70, ma si possono trovare nelle maglie dei 500 milioni aggiuntivi per il ministero della giustizia quest'anno sono stati messi in finanziaria”. “So che il ministro Bonafede vuole indire nuovi concorsi per magistratura onoraria, ma questo al momento non serve perché i dati sul contenzioso, a causa della crisi e dei costi di un ricorso alla giustizia, a livello nazionale mostrano una riduzione rispetto a due anni fa. Non servono nuovi magistrati che saranno futuri precari”. Diversa invece la situazione a Milano dove i trend economici influenzano anche i ricorsi in tribunale: “A Milano la vera conseguenza della crisi è stata un'altra rispetto a quando siamo entrati noi nel 2002: sul recupero crediti si è abbassata la soglia per cui le persone vanno dal giudice. Si fanno cause per 200 euro”. (Francesco Floris)