Agrigento, i migranti scappano dall’albergo trasformato in centro d’accoglienza
PALERMO – La prefettura di Agrigento, dopo la chiusura della tensostruttura di porto Empedocle, ha cercato di rispondere all’emergenza migranti aprendo villa Sikania di Siculiana e i palazzetti dello sport di Favara e Racalmuto. In particolare villa Sikania, un albergo divenuto centro di accoglienza straordinaria, si trova ad ospitare centinaia di migranti, molti dei quali scappano poi diretti verso Agrigento dopo pochi giorni a causa delle condizioni precarie.
Il proprietario di villa Sikania da tempo ha trasformato la sala ricevimenti in 4 grandi saloni adibiti ad accoglienza degli uomini, mentre le stanze dell’hotel sono state messe a disposizione per i nuclei familiari e per le donne. Qui sono stati ospitati fino a 360 migranti (la maggior parte allontanatisi prima dell’identificazione) con una capienza massima stimata di 180 posti.
Alberto Biondo di Borderline Sicilia dichiara che “lo scorso 16 aprile ancora non erano state distribuite le carte telefoniche agli ospiti, e i migranti con cui siamo venuti in contatto lamentavano l’impossibilità di contattare le proprie famiglie, dopo avere trascorso prima tre giorni rinchiusi sulla nave della Marina militare, e poi altri due, tre giorni a Villa Sikania. Gli operatori del progetto Praesidium hanno fatto pressioni per la consegna delle schede telefoniche, anche se ci chiediamo come i destinatari potranno utilizzarle visto che la struttura è sprovvista di telefoni. Inoltre molti ospiti lamentano la mancanza di informazioni da parte del personale. Ma la lamentela più ricorrente è per il numero di bagni nella sala ricevimento riservata all’accoglienza degli uomini, che sarebbero insufficienti e sporchi”.
Queste le motivazioni che spingono molti ad abbandonare il centro per raggiungere le città circostanti: “Ad Agrigento e in provincia abbiamo incontrano in vari punti strategici (stazione dei pullman, mensa per i poveri) centinaia di migranti, uomini, donne e minori non accompagnati – continua Alberto Biondo - che vagano ‘spaesati’ per strada, che si sono allontanati dai vari centri di accoglienza della provincia. Alla mensa della solidarietà, gestita dalle suore di Porta Aperta (punto di riferimento per moltissimi migranti, dove possono usufruire di un pasto e del servizio guardaroba) i numeri si sono moltiplicati. Si è passati da una media di 50 utenti a 150 persone per la colazione, e da 120 a 350 presenze per il pranzo. La risposta degli agrigentini è stata molto bella; tantissime famiglie hanno raccolto prodotti alimentari di prima necessità e vestiti per la mensa che non ha nessun aiuto dalle istituzioni della città, e porta avanti la propria ‘missione’ grazie ai concittadini che ‘non vogliono innalzare muri e restare aperti’”. Purtroppo però la scelta di lasciare i posti assegnati dalla prefettura ha contribuito ad aumentare considerevolmente sia la presenza di senza tetto, sia il pericolo che avvengano incidenti, perché i migranti vagano anche la notte sui viadotti che collegano la città alla provincia. (set)