Charlie Hebdo: manifestazioni, veglie e solidarietà in tutto il mondo
ROMA - "Je suis Charlie". Tre parole che in poche ore sono diventate uno slogan internazionale e che sintetizzano perfettamente la vicinanza del mondo alla Francia, colpita al cuore dal vile attentato nella redazione del settimanale satirico parigino Charlie Hebdo. Da Londra a San Paolo, da Bordeaux a San Francisco sono moltissimi i cittadini scesi in strada: c'è chi ha scelto il gesto simbolico delle matite alzate e chi semplicemente ha voluto scandire slogan e parole in favore della libertà d'espressione. Il tutto riassunto in poche parole d’ordine, almeno per ora, tra le più nobili: libertà, diritto di opinione, democrazia, repubblica.
Da ieri mattina si susseguono senza sosta iniziative e messaggi di condanna provenienti da ogni parte del mondo al massacro di Parigi, costato la vita a 12 persone. Questa mattina il Consiglio Europeo ha aperto la propria seduta con un minuto di raccoglimento, come annunciato dal Presidente Donald Tusk: "Minuto di silenzio per #CharlieHebdo. Il mio cuore è con la Francia. Insieme potremo proteggere i nostri valori", ha twittato l'ex primo ministro polacco.
In Gran Bretagna il NUJ(National Union of Journalist), ha invitato "i sostenitori della libertà di stampa" a riunirsi in un minuto di silenzio "per rendere omaggio collettivo ai colleghi che hanno pagato con la vita lo svolgimento del loro lavoro" mentre sono decine i vignettisti di tutto il mondo che hanno voluto esprimere il loro cordoglio e la loro solidarietà. E lo hanno fatto nell'unico modo che sanno: disegnando una nuova vignetta. Sempre oltremanica questa mattina gli agenti della polizia metropolitana di Scotland Yard si sono fermati in un minuto di raccoglimento, stessa scena è accaduta davanti al Parlamento europeo di Bruxelles, nella moschea e nella Metro parigina. Commuove la foto che ha fatto il giro del mondo in pochissime ore e diffusa da una neo mamma francese su Twitter: lo scatto mostra la mano di un neonato, chiamato Charlie, che porta al polso il classico braccialetto di riconoscimento con la scritta «Je Suis Charlie».
In Germania l'ambasciata francese di Berlino ha radunato in piazza circa 500 persone, tra le quali qualcuno ha lasciato un foglio con scritto "Io sono Charlie" in caratteri arabi. A Madrid la prima pagina dell'ultimo numero di Charlie Hebdo è stata affissa davanti all’ambasciata francese, a Stoccolma alcuni musulmani avrebbero, secondo la testimonianza di uno studente francese, lodato l'azione dei terroristi durante una manifestazione mentre la moschea di Mariestad, nel sud della Svezia, è stata oggetto di un atto vandalico anche se non è ancora chiaro se l'episodio risalga a prima o dopo la strage di ieri. Sempre nella capitale svedese ieri sera espatriati francesi, svedesi e giornalisti internazionali si sono riuniti davanti all'ambasciata francese in solidarietà con le vittime dell'attentato. Il massacro di Charlie Hebdo ha destato grande scalpore anche negli Stati Uniti, così coinvolti ancora una volta nella morsa di un pericolo che appare incombente e insidioso anche sul territorio americano. Diverse le manifestazioni in molte città a stelle e strisce, da Washington a San Francisco uniti da un unico sentimento: oggi tutti siamo Charlie Hebdo.