Ebola: storie di missionari che hanno scelto di restare, pagando con la vita
Manuel Garcia Viejo
boxROMA - Si chiamava Manuel Garcia Viejo il medico missionario morto ieri dopo aver contratto l'ebola in Sierra Leone. E' il secondo religioso spagnolo a pagare con la vita il suo impegno in prima linea contro l'epidemia. Il primo era stato padre Miguel Pajares, 75 anni, morto il 13 agosto scorso. Il mensile Africa dedica un articolo a loro e a chi, oggi e nel passato, ha scelto di restare vicino alla gente per condividerne paure e destino nonostante il pericolo. L'articolo è a firma Raffaele Masto.
Padre Miguel Pajares è stato contagiato dal virus in Liberia. Tornato in Spagna è stato sottoposto inutilmente al siero dell'azienda farmaceutica Zmapp. Fino all'ultimo ha continuato a chiedere che fossero evacuate e curate anche due suore infettate Chantal Pascaline, congolese, e Paciencia Melgar, guineana. Ma "ha vinto la fredda ragion di stato": le due non erano spagnole. Chantal è morta a Monrovia il giorno prima di padre Miguel. Altri due religiosi compagni di Pajares sono morti in questi giorni in Liberia.
Manuel Garcia Viejo |
Sono missionari anche Davide Writebol e la moglie Nancy, medici, anche loro evacuati dalla Liberia perché lui era risultato infettato dalla malattia. Con lui il siero Zmapp ha avuto successo. Si è salvato ed ora lotta affinché la stessa terapia sia messa a disposizione delle comunità africane.
Di storie di eroismo e responsabilità è pieno anche il passato. Nel 2000 l'ebola fu individuata prima che diventasse incontrollabile grazie a Mattehew Lukwiya, direttore sanitario dell'ospedale St. Mary's Lacor di Gulu in Uganda. Di 600 dipendenti della struttura rimasero ad assistere i malati in 40. Ma il loro sacrificio fu fondamentale. L'epidemia fu contenuta: i casi registrati furono 376, i decessi 160, cioè poco più del 40%: la metà del tasso di mortalità abituale. Ma tra i morti ci furono alcuni volontari e lo stesso dottor Mattehew.
Nel 1995 l'ebola si manifestò per la prima volta in modo massiccio in Congo. Lì operavano le suore della Congregazione delle poverelle. Rimasero ad assistere i malati e morirono una dopo l'altra. Sono tutte italiane: Floralba Rondi di Pedrengo (BG), Clarangela Ghilardi di Trescore Balneario (BG), Danielangela Sorti di Lallio (BG), Dinarosa Belleri di Villacarcina (BS) Annelvira Ossoli di Orzivecchi (BS), Vitarosa Zorza di Palosco (BS). Per le sei suore si dice che l'Italia detiene il record dei morti per ebola. "Si dovrebbe dire che il record è degli africani e dei missionari che hanno voluto condividere con loro la buona e la cattiva sorte, senza tirarsi indietro - conclude l'articolo".