Flussi e “Click day”: chi si affida ai patronati rischia maggiormente di essere escluso
Una situazione tanto più rischiosa se, come avvenuto nel 2007, dovessero verificarsi intoppi nell'invio della sequenza delle domande presentate dai patronati: se il software del ministero incontra irregolarità nella prima, a catena, tutte le domande vengono bloccate.
“Quello che useremo quest'anno è lo stesso identico software del 2007 -commenta Riccardo Piacentini- in questa situazione ha più possibilità di rientrare nei flussi chi invia la propria domanda da casa”.
Del resto il meccanismo dei flussi è un segreto di pulcinella: la stragrande maggioranza dei 98mila lavoratori che otterranno la regolarizzazione dopo il click day” vivono e lavorano (in nero) in Italia da anni. “Non c'era bisogno di un nuovo decreto flussi -commenta Maurizio Bove della Cisl Milano- quanto piuttosto di un meccanismo che permettesse di emergere a chi lavora in nero in Italia da anni”.
Per evitare truffe, i sindacati invitano gli immigrati e i datori di lavoro a non fidarsi delle promesse di improvvisati factotum e consulenti. “Rivolgetevi ai nostri sportelli, daremo tutte le informazioni e la consulenza necessaria”, fanno sapere Acli, Cisl e Cgil di Milano.
Inoltre, per informare i cittadini immigrati e i datori di lavoro la Cgil di Milano ha organizzato, presso la Camera del Lavoro (corso di Porta Vittoria, 43) un ciclo di incontro quotidiani che avranno inizio lunedì 17 gennaio e che si concluderanno a fine mese “in cui forniremo consulenza e spiegheremo in che modo compilare da soli la domanda e inoltrarla”, spiega Piacentini. Per info: www.cgil.milano.it/immigrazione. (is)